Accordo preliminare tra Russia, Ucraina e Turchia

Un corridoio per il grano

A worker collects wheat at the Benha grain silos, in Al Qalyubia Governorate, Egypt, May 19, 2022. ...
07 giugno 2022

Svolta nella questione del grano ucraino bloccato nel porto di Odessa. Mosca ha concordato con Kiev e Ankara uno schema preliminare — una sorta di “corridoio del grano” — per l'uscita da Odessa delle navi ucraine con il prezioso cereale. In base all’intesa, indica il quotidiano russo «Izvestija», l’esercito turco, dopo essersi occupato dello sminamento dell’area costiera ucraina, verrebbe incaricato di scortare le navi cariche di grano dal Mar Nero fino alle acque territoriali nel Mediterraneo. Il centro di coordinamento e monitoraggio sarà collocato ad Istanbul.

Si tratta di un significativo e necessario cambio di passo. Quello del grano è infatti un tema centrale, con l’Europa impegnata anche a evitare massicce e nuove ondate migratorie. Oltre a far schizzare i prezzi dei cereali in tutta Europa, le tonnellate di grano rimaste ferme nel porto di Odessa hanno fatto mancare il cibo in molte zone dell’Africa, dove già si fanno i conti con gravi carestie. Soprattutto in Somalia. Solo negli ultimi quattro mesi, nel Paese del Corno d’Africa oltre mezzo milione di persone sono stare costrette dalla fame ad abbandonare le proprie case. Il timore delle organizzazioni umanitarie è che possa ripetersi la tragedia del 2011, quando la carestia uccise oltre 250.000 somali, metà dei quali bambini sotto i cinque anni.

Proprio oggi ricorre la giornata mondiale dell’Onu della sicurezza alimentare, che quest’anno ha come slogan “Non lasciare nessuno indietro”. Proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2019, la Giornata mondiale della sicurezza alimentare rappresenta un’occasione di riflessione su un tema di grande importanza. Si stima, infatti, che nel mondo le malattie a trasmissione alimentare colpiscono ogni anno circa 600 milioni di persone e possono rappresentare un grave rischio per la salute, in particolare quella dei bambini e dei consumatori appartenenti a fasce socialmente svantaggiate.

La “battaglia del grano” ha già provocato effetti drammatici a livello mondiale. Secondo il nuovo rapporto della Fao è «imminente una crisi alimentare diffusa poiché la fame minaccia la stabilità in dozzine di Paesi». Nei giorni scorsi, il World food program (Wfp) dell’Onu ha lanciato l’allarme «per evitare che la crisi globale della fame sfugga al controllo». Secondo la stessa agenzia delle Nazioni Unite, agli attuali 276 milioni di persone che nel mondo soffrono la fame rischiano di aggiungersene a breve altri cinquanta milioni.