Dizionario di dottrina sociale della Chiesa

Accesso alla Terra

 Accesso  alla Terra  QUO-128
06 giugno 2022

Il riconoscimento dei diritti di accesso alla terra svolge un ruolo centrale per lo sviluppo economico, la sicurezza alimentare, la giustizia sociale e la sostenibilità ambientale su scala locale e globale. Considerando che la maggior parte dei poveri al mondo vive in aree rurali e basa la propria esistenza sui frutti dell’attività agricola e altre attività ad essa correlate, l’esortazione di Papa Francesco a non dimenticare «rapporto intimo tra i poveri e la fragilità del pianeta» verso uno «sviluppo sostenibile e integrale» di tutte le persone (cfr. Laudato si’, 16) invita ad una riflessione urgente sul profondo legame che unisce poveri e terra.

Oggi, crescenti pressioni commerciali come le acquisizioni su larga scala mettono a rischio l’accesso alla terra per i più poveri, alimentando così forme di marginalizzazione e di vulnerabilità. Con una popolazione in rapida crescita e l’espansione delle possibilità di consumo, la domanda di beni alimentari ed energetici è infatti in costante aumento, rafforzando processi competitivi per l’accaparramento di terra e delle risorse naturali ad essa collegate. La mercificazione della terra porta spesso ad una competizione asimmetrica tra piccoli produttori agricoli e grandi investitori, tale per cui «l’accesso alla proprietà di beni e risorse per soddisfare bisogni vitali è inibito da un sistema di relazioni commerciali e proprietà strutturalmente perverso» (cfr. Laudato si’, 52).

Tali pressioni commerciali favoriscono il sovra-sfruttamento delle risorse naturali, il degrado ambientale e l’indebolimento delle capacità di rigenerazione degli ecosistemi, contrapponendosi al dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo, e pertanto destinato a tutti, oggi e domani. L’umanità è chiamata a perseguire i propri interessi complessivi in un orizzonte temporale vasto, superando le prospettive individualistiche generate da un’ipertrofia di consumi che dimentica il ruolo di custode che ci è dato. L’uomo, infatti, non ha un diritto assoluto sulla natura, bensì un mandato di cura, conservazione e sviluppo in una logica di destinazione universale dei beni. La crescente criticità dell’accesso alla terra per i più vulnerabili richiede la promozione di politiche di gestione delle risorse in combinazione sinergica a quelle di lotta alla povertà, «integrando le questioni di giustizia nei dibattiti sull’ambiente, in modo da ascoltare sia il grido della terra che il grido dei poveri» (cfr. Laudato si’, 49).

di Sara Balestri
Docente di Politiche economiche internazionali