Il ricordo del rabbino Elio Toaff

Un’amicizia che ha lasciato un segno profondo

 Un’amicizia che ha lasciato un segno profondo  QUO-127
04 giugno 2022

Ripubblichiamo il ricordo del rabbino Elio Toaff apparso originariamente su «Avvenire» il giorno delle esequie di Riva.

Con monsignor Clemente Riva c’era un’amicizia che durava da molti anni. Lo ricordo sempre la sera di Kippur: veniva ogni anno, puntualmente, al tempio e si metteva in prima fila per essere il primo a darci l’augurio. È un ricordo che non si cancellerà mai.

Un mese fa eravamo insieme alla presenta zione del mio ultimo libro Il Messia e gli ebrei. Monsignor Riva in quell’occasione improvvisò, e nelle sue parole affiorava nitidamente quello che è stato lo scopo della sua vita: liberare i rapporti fra ebraismo e cristianesimo da tutti gli ostacoli che si sono accumulati e sedimentati lungo i secoli.

Non posso dimenticare, inoltre, la storica visita del Papa Giovanni Paolo ii alla sinagoga di Roma.

Monsignor Riva era stato in prima fila con me nell’organizzarla, in tutti i dettagli, dagli inviti all'assegnazione dei posti.

È un uomo eccezionale quello che oggi ricordiamo. Un uomo che alla straordinaria intelligenza e al grande cuore univa un’attività che non conosceva soste.

Ieri, quando sono andato a visitare la salma, ho avuto un moto di grande commozione e chi mi era vicino m’ha accompagnato fuori dalla . stanza perché per un attimo sopraffatto dall’emozione.

Abbiamo perso un grande amico che difficilmente potrà essere sostituito. E tuttavia la sua opera lascerà una traccia profonda.

 

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