01 giugno 2022
Al Meeting Point International di Kampala Rose Busingye raccoglie da oltre 30 anni migliaia di donne fuggite dalla guerra civile offrendo lavoro e assistenza spirituale
«So quanto piange una madre quando non può sfamare i suoi figli, è successo anche a me». Carmela vive su una collina ai margini di Kampala, nella baraccopoli più grande dell’Uganda dove le case sono costruite con fango e lamiera. Ad aprile si è tolta dalle tasche 10.000 scellini, quasi 3 euro, che le permettono di mangiare per una settimana. Insieme ad altre 300 donne ha deciso di fare una colletta per le famiglie ucraine colpite dalla guerra. Con i pochi mezzi che hanno: l’elemosina e il lavoro.
Nella capitale ugandese spaccano le pietre con un martelletto per ottenere la ghiaia, poi la rivendono ai costruttori di ...
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati