La mostra alla Biblioteca Apostolica Vaticana

Maria Lai: la forma artigianale della libertà

 Maria Lai:  la forma artigianale della libertà  QUO-124
01 giugno 2022

Nell’enciclica Fratelli Tutti, Papa Francesco usa due categorie culturali per parlare della costruzione della pace: «architettura» e «artigianato». Il concetto di architettura viene applicato al disegno strutturale della realtà, garantito da quadri normativi e accordi istituzionali, auspicabilmente ampi e stabili. L’architettura da sola, tuttavia, non basta, perché la vita, come ci ricorda il Papa, ha una natura «laboriosa, artigianale» (Ft, 217). Non dipende solo dalle istituzioni, ma anche dalla creatività, dall’impegno e dal contributo plastico di tutti. Per questo, sottolinea Francesco, la contemporaneità ha urgente bisogno di «artigiani» (Ft, 225).

Il lavoro artistico di Maria Lai risponde a questa chiamata. E le risponde in forma al tempo stesso letterale e innovativa. In effetti, il carattere vernacolare dell’opera di questa straordinaria creatrice che diceva di sé: «Io non sono nata in Sardegna. Io sono Sardegna» ci fa riscoprire l’intensità del mondo preindustriale e contadino, anteriore alla grande omologazione introdotta dall’ideologia del progresso, così esemplarmente criticata da Pier Paolo Pasolini. Ma Maria Lai non ci collega solo a un paesaggio antropologico sommerso oggi dal trionfo della tecnologia e della società dei consumi. Ci spinge a guardare al futuro e a porci delle domande: cosa vuol dire essere umani?, che cosa significa entrare in relazione gli uni con gli altri?, cosa può offrire l’arte alla vita collettiva?, come possono gli adulti tornare alla felicità dei giochi dei bambini? (una domanda, in effetti, non molto diversa da quella che Nicodemo pone a Gesù: «Come può nascere un uomo quando è vecchio?», Giovanni 3, 4).

Nel significativo ritratto della modernità tracciato da Charles Taylor nella sua opera A Secular Age (2017), il filosofo canadese contesta le analisi della nostra società che pretendono di dare una visione del futuro a partire dalle teorie della «sottrazione», come se religione e modernità fossero incompatibili. Invece di parlare di sottrazione, Taylor preferisce caratterizzare l’attuale fase storica come un’«occasione per la ricomposizione», che permette l’emergere di una nuova comprensione delle forme possibili della nostra esistenza comune. Esiste infatti un potenziale di relazioni da riscoprire e inventare, ma a questo scopo è necessario favorire l’esercizio del dialogo, lo scambio narrativo, l’incontro tra attori non necessariamente coincidenti, ma capaci di ascolto reciproco.

Anche nella recente enciclica di Papa Francesco, Fratelli Tutti (2020), uno dei temi su cui si insiste maggiormente è proprio il dialogo, proposto dal Santo Padre come priorità culturale del presente.

Nell’incontro di Maria Lai con la Biblioteca dei Papi, il nostro desiderio è precisamente che il dialogo diventi protagonista, perché crediamo che esso non sia solo un mediatore della cultura dell’incontro ma anche un necessario artigiano della speranza.

Penso a una breve poesia di Maria Lai, il cui dattiloscritto originale e inedito è presentato nel catalogo della mostra e in cui leggiamo i versi seguenti: «Si dice che un sole sta chiuso / nel buio profondo del mondo / indago da sempre sul fondo / ma vedo soltanto gli abissi».

A prima vista sembrerebbe semplicemente che gli ultimi versi confutino i primi, dal momento che l’indagine personale sfocia nella constatazione che al posto del sole di cui si parla si trovano solo abissi. La poesia descriverebbe quindi solo una delusione. Tuttavia, se leggiamo più attentamente, ciò che viene detto fin dall’inizio è che «un sole sta chiuso/ nel buio profondo del mondo». L’oscurità degli abissi che esploriamo a tentoni non smentisce quindi l’esistenza del sole. Anzi, in una sorta di parossismo, si potrebbe addirittura dire che lo conferma. I grandi artisti ci rendono consapevoli della vicinanza dell’invisibile nel cuore del visibile, ci aiutano a infrangere lo schermo grigio e scoraggiato della superficie. Per questo, il mio augurio è che il sole poetico di Maria Lai ci aiuti nel compito di rendere pertinente per il cuore dell’uomo contemporaneo il patrimonio storico che la Biblioteca Apostolica custodisce.

di José Tolentino de Mendonça