Il racconto

Storie di riscatto dall’Iraq
e dal carcere

 Storie di riscatto dall’Iraq e dal carcere  QUO-124
01 giugno 2022

Iman Shamsaldin Nader — musulmana di origine curda costretta a fuggire dall’Iraq con il marito e con i 4 figli — è arrivata in Italia il 29 marzo con uno dei corridoi umanitari della comunità di Sant’Egidio. Stamani in piazza San Pietro ha raccontato la sua storia a Papa Francesco. Le pressioni del sedicente Stato islamico (Is), la fuga. E la svolta avvenuta proprio dopo il viaggio del Pontefice a Nicosia nel dicembre 2021: la famiglia si è ritrovata insieme — due figli erano rimasti in Iraq — e si è aperta la strada dei corridoi umanitari.

Infatti il loro viaggio verso la speranza sembrava essersi bloccato in un campo profughi di Cipro, in un disperato limbo amministrativo, nell’attesa dello status di rifugiato.

Dalla ’ndrangheta alle icone: «sì, questo è il titolo perfetto del film della mia vita». L. C. ha trasformato la sua cella del carcere di Fossombrone, dove sta scontando l’ergastolo, «in un laboratorio da iconografo, dove si invoca lo Spirito Santo prima di tracciare i segni sul legno».

Stamani a Francesco, durante l’udienza generale, ha donato «l’icona del Buon pastore», disegnando «un agnello — e quell’agnello sono proprio io, pecorella più che smarrita — che si protende per dare un bacio al Signore». Aggiunge: Mi hanno aiutato due amici in carcere, D. e P. con i quali diamo vita al laboratorio “Luce dentro”». Accanto a lui ci sono il suo cappellano e il volontario: con loro sta condividendo «un cammino di conversione».

In piazza San Pietro, L. è venuto con trenta nuovi cappellani — a Roma per un incontro di formazione — che hanno iniziato il servizio nel 2021, accompagnati dall’ispettore generale, don Raffaele Grimaldi, e dal capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Carlo Renoldi. «Il servizio dei cappellani è fondamentale perché ha la visione della comunità del carcere, che comprende i detenuti e il personale che vi lavora» fa presente Renoldi.

Il Pontefice ha poi incoraggiato le iniziative dell’associazione Ridni di Leopoli, impegnata in Ucraina nella protezione dei bambini, in particolare degli orfani. Un servizio che in questo tempo di guerra è particolarmente urgente per proteggere i minori, in modo completo, anche da pericoli di tratta e sfruttamento.

Sulla stessa linea l’esperienza del Villaggio del fanciullo di Lucca che compie 75 anni e li ha voluti celebrare con il Papa, fa presente l’arcivescovo Paolo Giulietti.

È una realtà molto vivace che ha saputo «adattarsi ai tempi, restando un punto fermo molto amato da tutta la città». Il Villaggio è stato istituito il 27 maggio 1947 «per accogliere i tanti ragazzi rimasti orfani a causa della seconda Guerra mondiale» racconta il presule. Divenuto Fondazione nel 2014, «oggi il Villaggio ospita minori italiani e stranieri, accompagnandoli anche oltre la maggiore età, fino al raggiungimento di una certa autonomia umana ed economica».

Indossa la maglietta bianca dei pellegrini vicentini il vescovo Beniamino Pizziol. A distinguerlo la croce pettorale. «Un pellegrinaggio “alle radici della nostra fede” che stiamo facendo insieme con cinquanta giovani del gruppo vocazionale “Ora decima”: l’ora che incrocia la nostra ricerca con quella di Dio, come accadde all’apostolo Andrea». Per il vescovo «è un piccolo segno a servizio della nostra Chiesa di Vicenza, uno spazio dove vivere la condivisione fraterna, mettersi in ascolto della Parola di Dio, camminare nell’accompagnamento spirituale».

Con un abbraccio Francesco — che all’inizio dell’udienza ha compiuto il giro della piazza con la jeep insieme a cinque ragazzi francesi — ha incoraggiato Carlota Valenzuela, una ragazza spagnola partita per un pellegrinaggio a piedi, «nello spirito di sant’Ignazio di Loyola», il 2 gennaio da Finisterre, nell’orbita spirituale di Santiago de Compostela, per arrivare a Natale in Terra Santa dopo aver percorso circa 6.000 chilometri.

E un particolare saluto il Papa ha rivolto agli ex alunni dell’Istituto Caio Plinio Secondo di Como, accompagnati dal vescovo Oscar Cantoni, che sarà creato cardinale nel concistoro del prossimo 27 agosto.

di Giampaolo Mattei