Papa Francesco ricorda il segretario di Stato emerito morto a 94 anni

Il cardinale Angelo Sodano, «uomo ecclesialmente disciplinato
e amabile pastore»

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28 maggio 2022

Il cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato emerito e decano emerito del Collegio cardinalizio, è morto nella serata di venerdì 27 maggio al Columbus Hospital, a Roma, dove era stato ricoverato lo scorso 9 maggio per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute in seguito al contagio da Covid-19. Aveva 94 anni e mezzo. Era infatti nato a Isola d’Asti il 23 novembre 1927. Papa Francesco, appresa la notizia, ha inviato un telegramma alla signora Maria Sodano, sorella del compianto cardinale. Ecco il testo.

La scomparsa del Cardinale Angelo Sodano suscita nel mio animo sentimenti di gratitudine al Signore per il dono di questo stimato uomo di Chiesa, che visse con generosità il suo sacerdozio dapprima nella Diocesi di Asti e poi, per il resto della sua lunga esistenza, a servizio della Santa Sede. Ricordo la sua solerte opera al fianco di tanti miei Predecessori, che gli affidarono importanti responsabilità nella diplomazia vaticana, fino al delicato ufficio di Segretario di Stato. Nelle Rappresentanze Pontificie di Ecuador, Uruguay e Cile, si dedicò con zelo al bene di quelle popolazioni promuovendo il dialogo e la riconciliazione. Nella Curia Romana ha svolto la sua missione con dedizione esemplare. Anch’io ho avuto modo di beneficiare delle sue doti di mente e di cuore, specialmente nel tempo in cui ha esercitato la funzione di Decano del Collegio Cardinalizio. In ogni incarico si è dimostrato uomo ecclesialmente disciplinato, amabile pastore, animato dal desiderio di diffondere ovunque il lievito del Vangelo. Elevo a Dio Padre misericordioso preghiere di suffragio per il compianto Porporato, affinché lo accolga nel gaudio eterno, e mentre esprimo la mia vicinanza ai familiari e alla comunità astigiana, invio la mia Benedizione a quanti condividono il dolore per la sua dipartita, con un pensiero particolare e grato per le Suore di Santa Marta e per quanti lo hanno amorevolmente assistito.

Franciscus PP.

Analogo telegramma è stato inviato dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin.


Segretario di Stato emerito e decano del Collegio cardinalizio

È morto il cardinale Angelo Sodano


Nella serata di ieri, venerdì 27 maggio, è morto il Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato emerito, Decano emerito del Collegio Cardinalizio. Nato il 23 novembre 1927 a Isola d’Asti, nella diocesi di Asti, aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 23 settembre 1950. Al servizio della Santa Sede dal 1959, era stato segretario nelle Nunziature Apostoliche di Ecuador, Uruguay e Cile. Eletto alla Chiesa titolare di Nova di Cesare, con titolo personale di Arcivescovo, il 30 novembre 1977, e nominato da  San Paolo vi Nunzio Apostolico in Cile, il 15 gennaio 1978 aveva ricevuto l’ordinazione episcopale. Il 23 maggio 1988 San Giovanni Paolo ii lo aveva nominato Segretario del Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa e il 1° marzo 1989, con l’entrata in vigore della Costituzione apostolica Pastor bonus, era divenuto Segretario per i Rapporti con gli Stati. Il 1° dicembre 1990 era stato nominato Pro-Segretario di Stato. Creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 28 giugno 1991, del Titolo di Santa Maria Nuova, il giorno successivo, 29 giugno, era divenuto Segretario di Stato. Il 10 gennaio 1994 era stato promosso all’Ordine dei Vescovi e gli era stata assegnata la Sede suburbicaria di Albano, ritenendo in commendam il Titolo di Santa Maria Nuova. Il 27 novembre dello stesso anno era stato eletto Vice-Decano del Collegio Cardinalizio, di cui era diventato Decano il 27 aprile 2005. Lo stesso giorno gli era stato assegnato il Titolo della Chiesa suburbicaria di Ostia, ritenendo in commendam quello della Sede suburbicaria di Albano e quello di Santa Maria Nuova.  Il 22 giugno 2006 Papa Benedetto xvi aveva accettato la sua rinuncia all’incarico di Segretario di Stato, chiedendogli, però, di rimanere in carica fino al successivo 15 settembre, con tutte le facoltà inerenti all’ufficio. Il 21 dicembre 2019 aveva rinunciato all’incarico di Decano del Collegio Cardinalizio. La celebrazione delle esequie sarà presieduta martedì 31 maggio, alle ore 11, all’altare della Cattedra della Basilica di San Pietro, dal cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio. Papa Francesco presiederà il rito dell’Ultima Commendatio e della Valedictio.

Segretario di Stato con San Giovanni Paolo ii e con Benedetto xvi per quasi sedici anni, tra il 1990 e il 2006, il Cardinale Angelo Sodano è stato protagonista dell’azione di pace promossa dalla Santa Sede in tutto il mondo, quale fedele interprete del magistero del successore di Pietro. Ricordava spesso di aver conosciuto, da giovane, la tragedia della seconda guerra mondiale. «Noi, figli di un secolo tribolato, portiamo i nostri ricordi sulle spalle e diamo la mano ai giovani perché abbiano un avvenire migliore», amava ripetere riferendosi alla «figura di Enea che fugge dalla città di Troia in fiamme portando sulle spalle il vecchio padre Anchise, che rappresenta il passato, e tenendo per mano il figlio Ascanio, che rappresenta il futuro».

Aveva detto di lui Papa Francesco: «La testimonianza che oggi a me sembra forse la più grande che ci dà è quella di un uomo ecclesialmente disciplinato» (Messa per il 90° genetliaco del Cardinale Sodano, 7 dicembre 2017). «Quello che il Cardinale ha fatto per prepararsi a questa ricorrenza è offerto a noi come un dono: il dono di una testimonianza di vita che fa bene a tutti». E aveva aggiunto: «Questa è una grazia per cui ringrazio Lei, Signor Cardinale. E chiedo che questa testimonianza della dimensione ecclesiale, nella disciplina ecclesiale, ci aiuti ad andare avanti nella nostra vita».

Figlio di Giovanni Sodano — deputato al Parlamento italiano per tre legislature, dal 1948 al 1963, eletto per la Democrazia Cristiana — e di Delfina Brignolo, Angelo era il secondo di sei figli. Si riconosceva nell’ultimo gesto del padre in punto di morte: il segno di croce che, raccogliendo le residue energie, aveva tracciato su di sé quale estrema testimonianza della fede che ne aveva ispirato la vita. Così come in quell’espressione «Dio vede e provvede» che la mamma, catechista, ripeteva spesso e che aveva  vissuto con coraggio e fino in fondo.

Nel clima di una famiglia rurale piemontese, che dette un notevole contributo alla vita della Chiesa e dello Stato in Italia, e nella vivace atmosfera ecclesiale di Asti, aveva maturato la sua vocazione sacerdotale, in particolare nell’ambito dell’Azione Cattolica. Proprio nel territorio d’origine aveva compreso, giovanissimo, cosa significasse servire la Chiesa fuori dai confini della propria terra. Nell’Astigiano, infatti, non sono mai mancate testimonianze di missionari, soprattutto in Africa e in America Latina. Era cresciuto avendo come riferimento le figure dei Santi “sociali” piemontesi: Giovanni Bosco, Giuseppe Cafasso, Giuseppe Allamano, Giuseppe Benedetto Cottolengo, Domenico Savio. Senza dimenticare grandi missionari come il cardinale Guglielmo Massaia, apostolo in Africa; monsignor Giuseppe Fagnano, apostolo in Patagonia e nella Terra del Fuoco; don Luigi Variara, apostolo tra i lebbrosi in America Latina.

La passione per la realtà cristiana della sua città natale l’aveva testimoniata fino all’ultimo: aveva collaborato con entusiasmo con «L’Osservatore Romano» per un “primo piano” in ricordo di Prospera Gianasso — figura di spicco del laicato astigiano — pubblicato il 4 settembre 2001. La professoressa Gianasso era stata amica di “nonna Rosa” e insegnante di Mario Bergoglio, rispettivamente nonna e papà di Papa Francesco.

Proprio da queste salde radici di fede e di evangelizzazione era nata la vocazione di Angelo Sodano al servizio della Chiesa.

Compiuti gli studi filosofici e teologici nel seminario vescovile astigiano, dove era entrato nell’ottobre 1938, li aveva perfezionati a Roma, ottenendo la laurea in Teologia alla Pontificia Università Gregoriana (con una tesi su «I beni terreni nella vita dei giusti secondo san Giovanni Crisostomo») e quella in Diritto canonico alla Pontificia Università Lateranense.

Ricevuta l’ordinazione sacerdotale per le mani del Vescovo Umberto Rossi nella Cattedrale di Asti il 23 settembre 1950, aveva dedicato i primi anni di ministero all’insegnamento della Teologia dogmatica nel Seminario diocesano e all’apostolato tra la gioventù studentesca. Vicario cooperatore festivo a Castello d’Annone, aveva dato vita a un gruppo della Legio Mariae. Era stato inoltre nominato assistente diocesano della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (Fuci) ed era, naturalmente, legato al movimento della Coldiretti, di cui il padre era protagonista.

Nel 1959, durante il pontificato di San Giovanni xxiii, era stato chiamato al servizio della Santa Sede dall’allora Sostituto della Segreteria di Stato, l’Arcivescovo Angelo Dell’Acqua, poi cardinale.

Dopo aver frequentato i corsi della Pontificia Accademia Ecclesiastica, nel 1961 era stato destinato alle Rappresentanze pontificie in Ecuador, in Uruguay e in Cile, quale segretario di Nunziatura. 

Era divenuto Cappellano di Sua Santità il 21 giugno 1963.

Richiamato a Roma nel 1968, per un decennio, fino al 1977, aveva prestato la sua opera nell’allora Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa. Durante tale periodo — sotto la guida dell’Arcivescovo Agostino Casaroli — aveva avuto modo di realizzare numerose iniziative e di visitare i Paesi dell’Europa orientale, in particolare la Romania, l’Ungheria (collaborando alla liberazione del Cardinale József Mindszenty) e la Repubblica Democratica Tedesca, quale membro di missioni della Santa Sede presso quei governi.

Forte di queste esperienze in America Latina e in Europa orientale,  il 30 novembre 1977 era stato nominato da San Paolo vi Arcivescovo titolare di Nova di Cesare e Nunzio Apostolico in Cile. 

L’ordinazione episcopale gli era stata conferita il 15 gennaio 1978 nella Collegiata di San Secondo, ad Asti, dal Cardinale Antonio Samorè, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa. Co-consacranti erano stati l’Arcivescovo Agostino Casaroli, Segretario del Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa, in seguito Cardinale Segretario di Stato, e Monsignor Nicola Cavanna, Vescovo di Asti. Lo avevano assistito Monsignor Guglielmo Visconti, Vicario generale della diocesi piemontese, e lo zio Don Pietro Sodano, parroco a Rocchetta Tanaro, sacerdote dal 1931. Ut unum sint il suo motto episcopale. E nel campo sinistro dello stemma aveva scelto di inserire la torre antica di Isola d’Asti, suo paese natale. Il cardinale Samorè, nell’omelia, aveva sottolineato la «missione particolare» affidata al nuovo Nunzio. Una missione «in se stessa delicata e di grande responsabilità, per la quale dovrà poter confidare sulla Grazia derivatagli dalla pienezza del sacerdozio», aveva rimarcato, aggiungendo: «Il diplomatico della Chiesa è stato scultoreamente definito, da quell’indimenticabile mio maestro che fu il Cardinale Domenico Tardini, un autentico missionario nel senso più ampio della parola. Il diplomatico della Chiesa, infatti, secondo la bella espressione di Paolo vi, fa sì che, per il suo ministero, il Pastore universale si renda “presente in tutte le regioni della terra e possa procurarsi una conoscenza accurata e completa della condizioni delle singole Chiese” (Sollicitudo omnium Ecclesiarum). Egli è il tramite vivente e operante attraverso il quale il Sommo Pontefice attua concretamente la sollecitudine per tutte le Chiese».

Animato da questa consegna, il Nunzio Apostolico Angelo Sodano aveva lavorato in Cile per più di dieci anni, visitando quasi tutte le diocesi e cooperando in prima persona anche alla felice conclusione della storica mediazione pontificia tra Cile e Argentina, per la soluzione pacifica della controversia sorta sulla sovranità dei due Stati in alcune zone del territorio australe.

Tra il 1° e il 6 aprile 1987 aveva accolto San Giovanni Paolo ii in visita nel Paese: un  itinerario particolarmente intenso di evangelizzazione nella capitale Santiago e a Valparaíso, Punta Arenas, Puerto Montt, Concepción, Temuco, La Serena e Antofagasta, impreziosito dalla beatificazione di Teresa de los Andes.

La Nazione cilena manifesterà in molti modi la riconoscenza per il servizio del Nunzio Sodano. Resta, in particolare, indimenticabile l’accoglienza calorosa che gli fu tributata quando, nell’ottobre 1998 — dieci anni dopo la conclusione della sua missione in quel Paese — era ritornato a Santiago del Cile per presiedere, come Legato pontificio, l’Incontro continentale dei giovani.

Il 23 maggio 1988 San Giovanni Paolo ii lo aveva nominato Segretario dell’allora Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa. E il 1° marzo 1989, con l’entrata in vigore della Costituzione apostolica Pastor bonus, aveva assunto il titolo di Segretario per i Rapporti con gli Stati. Particolari attenzioni aveva dedicato, tra l’altro, alla Pontificia Commissione per la Russia, di cui era stato presidente, soppressa il 15 gennaio 1993.

In forza del suo ufficio, aveva  rappresentato la Santa Sede in numerose riunioni internazionali, soprattutto negli incontri dei Ministri degli Esteri della Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa (c.s.c.e.), tenutisi a Vienna, Copenaghen, New York, Parigi.

Il 1° dicembre 1990 era stato nominato Pro-Segretario di Stato, succedendo al Cardinale Agostino Casaroli. Era divenuto anche primo presidente della Commissione cardinalizia di vigilanza dell’Istituto per le Opere di Religione.

Il Papa lo aveva creato e pubblicato Cardinale, del Titolo di Santa Maria Nuova, nel Concistoro del 28 giugno 1991. Era  stato così nominato Segretario di Stato il giorno successivo, solennità dei Santi Pietro e Paolo. Ed era divenuto anche presidente della neo-costituita Commissione interdicasteriale per le Chiese particolari e di quella per le Chiese in Europa orientale.

Nella sua veste di Segretario di Stato aveva accompagnato San Giovanni Paolo ii e Benedetto xvi nei loro viaggi apostolici. In particolare, era stato con Papa Wojtyła durate la visita ad Asti e nella “sua” Isola d’Asti, il 25 e 26 settembre 1993. 

Era stato Legato pontificio e Inviato speciale in numerose celebrazioni in tutto il mondo. Con particolare gioia spirituale ricordava la celebrazione, come Legato pontificio, delle esequie di Madre Teresa, a Calcutta, nel settembre 1997.

Aveva partecipato alle Assemblee ordinarie e speciali del Sinodo dei Vescovi e aveva  rappresentato il Papa e la Santa Sede nei diversi contesti internazionali, sostenendo numerose iniziative di evangelizzazione. Moltissimi sono i Vescovi da lui ordinati, in particolare i Nunzi Apostolici.

Suo impegno prioritario è stato quello del dialogo per la pace, in un periodo storico particolarmente complesso, di grandi trasformazioni negli assetti internazionali. Tale impegno si era intensificato in particolare dopo la caduta del muro di Berlino, avvenuta il 9 novembre 1989, anche attraverso un’azione determinata volta ad allacciare e rafforzare rapporti diplomatici nel nuovo scenario mondiale, in particolare in Europa dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica.

Aveva guidato la diplomazia della Santa Sede tra guerre e strategie di pace — in particolare in Medio Oriente, nella Ex-Jugoslavia, nella regione africana dei Grandi Laghi —, e momenti di altissima tensione internazionale come l’attentato alle Torri gemelle di New York l’11 settembre 2001. Una grande opera di pacificazione e di riconciliazione che, nella linea del servizio della Santa Sede, sosteneva in ogni occasione la dignità e i diritti della persona.

Il 10 gennaio 1994 era stato promosso all’Ordine dei Vescovi e gli era stata assegnata la Sede suburbicaria di Albano, ritenendo in commendam il Titolo di Santa Maria Nuova.

Uomo di azione ma anche di spiritualità e di preghiera, aveva vissuto con particolare intensità l’esperienza della visita di Papa Wojtyła a Fátima nel 2000. E il 13 maggio, al termine della Messa celebrata dal Pontefice nel Santuario mariano portoghese in occasione della beatificazione dei pastorelli Francesco e Giacinta Marto, aveva annunciato la decisione di San Giovanni Paolo ii di affidare alla Congregazione per la Dottrina della Fede il compito di rendere pubblica la cosiddetta terza parte del segreto di Fátima. Spiegò che la protezione mariana a Papa Wojtyła sembrava toccare anche quel testo, nel quale — aveva sottolineato — «la chiamata della Madonna alla conversione e alla penitenza conserva ancora oggi una sua stimolante attualità».

Il 27 novembre 2002 era stato eletto Vice-Decano del Collegio Cardinalizio, ricevendo la conferma del Papa tre giorni dopo.

Domenica 3 aprile 2005 aveva presieduto in Piazza San Pietro la Messa in suffragio di Papa Wojtyła, all’indomani della morte, avvenuta il giorno prima. E con affetto lo aveva definito «Giovanni Paolo ii il Grande».

Aveva preso parte al Conclave che il 19 aprile 2005 aveva eletto Benedetto xvi. E, come Vice-Decano del Collegio Cardinalizio, era toccato a lui domandare al nuovo Pontefice se accettava l’elezione e quale nome aveva scelto. Papa Ratzinger lo aveva quindi confermato Segretario di Stato e, nella celebrazione eucaristica per l’inizio del ministero petrino, il 24 aprile 2005, da lui aveva ricevuto l’Anello del Pescatore.

Il 27 aprile 2005 era stato eletto Decano del Collegio Cardinalizio, ricevendo la conferma del Papa tre giorni dopo. Sempre il 30 aprile gli era stato assegnato il Titolo della Chiesa suburbicaria di Ostia, mantenendo in commendam anche quello della Sede suburbicaria di Albano e quello di Santa Maria Nuova. 

Il 22 giugno 2006 il Pontefice aveva accettato la sua rinuncia all’incarico di Segretario di Stato, chiedendogli, però, di rimanere in carica fino al successivo 15 settembre, con tutte le facoltà inerenti all’ufficio. Proprio il 15 settembre, nel Palazzo pontificio di Castel Gandolfo, era avvenuta la cerimonia di congedo, alla presenza dello stesso Benedetto xvi. «Avverto l’intimo bisogno di rinnovarLe il più vivo ringraziamento per la fedeltà, l’illuminata competenza, la dedizione e l’amore che Ella ha posto nell’operare per il bene della Chiesa, accanto a diversi Successori dell’apostolo Pietro»: così il Papa si era espresso nella lettera indirizzatagli in quella occasione. A sua volta, il Cardinale Sodano aveva voluto ricordare tutti i suoi collaboratori, in Vaticano e nelle Rappresentanze Pontificie, negli anni di servizio come Segretario di Stato: in particolare, i Sostituti per gli Affari Generali, gli Arcivescovi Re e Sandri, e i Segretari per i Rapporti con gli Stati, gli Arcivescovi Tauran e Lajolo.

Come Decano del Collegio Cardinalizio, l’11 febbraio 2013 aveva rivolto parole di affetto e di riconoscenza a Benedetto xvi in occasione della sua rinuncia al Pontificato. Aveva quindi presieduto la Messa pro eligendo Romano Pontifice il 12 marzo di quell’anno. Avendo già compiuto gli ottant’anni, non aveva preso parte al Conclave che, il giorno dopo, elesse Papa Francesco; ma nella Messa in cui questi iniziò solennemente il ministero petrino, il successivo 19 marzo, fu ancora lui a consegnare al Papa l’Anello del Pescatore.

Nella Curia Romana era stato membro, tra l’altro, delle Congregazioni per la Dottrina della Fede, per le Chiese Orientali e per i Vescovi; della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e della Commissione cardinalizia di vigilanza dell’Istituto per le Opere di Religione.