La tessitura del mondo: narrare il senso dell'umano

Per rafforzare identità
oggi smarrite

 Per rafforzare  identità oggi smarrite  QUO-120
27 maggio 2022

Anche il 24 gennaio 2020, come ogni anno, è stato pubblicato il testo del Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che poi sarà celebrata nel successivo mese di maggio. Il testo di quel Messaggio aveva a tema il “racconto delle storie” inteso come attività squisitamente umana che si rivela di importanza cruciale e vitale in un tempo di crisi e di divisioni. Il mondo stesso dice il Papa è un tessuto e le storie che gli uomini raccontano sono i fili di questo tessuto messo sempre a dura prova. Per intrecciare di nuovo forti legami è quindi necessario che questi “animali narranti” che sono gli uomini riprendano a frequentare l’antica arte del racconto. Questa ripresa è urgente per rinforzare le identità oggi smarrite, sia quelle personali che quelle comunitarie. Un popolo ha bisogno di una narrazione, che le generazioni si parlino e raccontino reciprocamente le proprie storie.

Dal mese di febbraio per tutto il 2020 sulle pagine de L’Osservatore Romano, sono stati pubblicati ben 44 testi “provocati” dalla lettura di quel Messaggio. Ad intervenire soprattutto artisti, per lo più scrittori, ma anche giornalisti, saggisti, teologi.. tutti hanno letto il testo del Papa e hanno voluto contribuire con la loro riflessione a creare appunto un intreccio, un “tessuto” più ampio e variegato che arricchisse il testo originale. Il Papa ha seguito con grande interesse il dipanarsi di questa conversazione e alla fine ha ripreso la parola per aggiungere qualcosa, una postfazione che non abbia il carattere di “conclusione” perché, scrive, «un aspetto molto bello di questo libro è proprio il senso di apertura, di circolarità, di dialogo». Il Papa in dialogo con gli scrittori, con chi, potenzialmente ogni uomo, usa la parola per farne racconto e infine tutti, il Papa e i suoi commentatori, in conversazione anche con «il lettore di questo libro entrerà all’interno di questo dialogo e lo proseguirà nella sua vita quotidiana».

Ecco, dice Francesco, «le “tende sotto le quali riunirsi” di cui parla la Tartt, ecco l’intreccio che “ci lega fortemente gli uni agli altri” anche attraverso le generazioni». Qui il Papa cita il breve saggio di Donna Tartt che in realtà non è apparso nella serie degli articoli pubblicati sul quotidiano della Santa Sede e infatti è stato scritto dopo dalla romanziera americana che, come il Papa, ha avuto modo di leggere tutti i testi precedenti e il suo saggio, che Francesco cita spesso nella post—fazione, è rimasto, volutamente, inedito. Overture e finale quindi di Papa Francesco e in mezzo la musica di una grande “orchestra” per quantità e qualità dei “musicisti” di grande rilievo a livello nazionale e internazionale. In particolare, tra i tanti: Renzo Piano, Judith Thurman, Francesco De Gregori, Edna O’Brien, David Mamet, Mary Karr, Nicola La Gioia, Colum McCann, Daniel Mendelsohn, Marylinne Robinson, Maria Pia Veladiano, Sandro Veronesi, Gianluca De Cataldo, Mario Botta, Annie Proulx, Daniele Mencarelli.


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