L’arresto a Hong Kong
del cardinale Zen

Hong Kong , 12. Era stato arrestato mercoledì dalle autorità di Hong Kong il cardinale Joseph Zen, 90 anni, che della diocesi asiatica è stato vescovo cattolico dal 2002 al 2009.

Ieri, 11 maggio, il porporato è stato rilasciato su cauzione, intorno alle 23 ora di Hong Kong (le 17 in Italia), come reso noto da giornalisti locali che sui social network hanno pubblicato anche delle foto di Zen fuori dalla stazione di polizia di Wan Chai.

All’uscita, il porporato è entrato subito in un’auto privata parcheggiata nelle vicinanze, senza rilasciare commenti. Ad accompagnarlo, cinque persone. «La Santa Sede ha appreso con preoccupazione la notizia dell’arresto del cardinale Zen e segue con estrema attenzione l’evolversi della situazione», ha affermato nel pomeriggio di ieri il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, in risposta alle domande dei giornalisti.

Zen era stato fermato dalla sezione della polizia costituita per vegliare sulla sicurezza nazionale cinese e nelle scorse ore è stato interrogato nella stazione delle forze dell’ordine di Wan Chai. L’accusa nei confronti del cardinale è di «collusione con le forze straniere», in relazione al suo ruolo di amministratore del 612 Humanitarian Relief Fund, fondo che ha sostenuto i manifestanti pro-democrazia nel pagamento delle spese legali o sanitarie che dovevano affrontare.

In una nota diffusa oggi, la diocesi cattolica di Hong Kong si dice «estremamente preoccupata per la condizione e la sicurezza» del porporato ed offre preghiere per la sua persona. «Abbiamo sempre sostenuto il ruolo della legge», si afferma, nel rispetto della quale si confida nel fatto che «in futuro, continueremo a godere della libertà religiosa ad Hong Kong». Infine, si chiede alla polizia locale di gestire il caso del cardinale Zen «secondo giustizia».