07 maggio 2022
Ho letto di gente costretta a emigrare nei giorni tra le due celebrazioni della Pasqua, cattolica e ortodossa, e ho visto anche celebrazioni pasquali sui due fronti di una guerra, che ancora non accenna ad allentarsi. Qualche giornale ha riferito di uomini, considerati traditori appesi a lampioni delle strade. Ho visto e sentito tutto ciò e anche di peggio.
La sontuosità delle liturgie pasquali mi è sembrata non solo appannare, ma allontanare quel soffio carico di Grazia e di umanità che deve sempre caratterizzare la celebrazione del divino, che deve essere anche celebrazione dell’umano. Deve sempre caratterizzarla, se è vero che la liturgia non è altro, né può essere altro che rendere nuovamente attuale la vittoria della vita sulla morte, e non il contrario: una vita che la ...
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