L’iniziativa solidale della piattaforma Mediterranea Saving Humans

Una carovana di aiuti umanitari

 Una carovana di aiuti umanitari   QUO-102
05 maggio 2022

Tra i ciliegi in fiore, le cupole dorate del grande monastero della Lavra, di Santa Sofia e di San Michele, splendono in un silenzio irreale, come se Kiev trattenesse il respiro, nella quiete che precede la furia della tempesta. Siamo da poco passati attraverso l’orrore di Borodjanka, di Irpin e di Bucha, dove era stata appena scoperta una nuova fossa comune. E dove il nunzio ha recuperato una Bibbia bruciacchiata dalle mani di un civile che era stato giustiziato. E che ora monsignor Visvaldas Kulbokas ci mostra nella sede della Nunziatura, piangendo silenziosamente.

Sono andato a trovarlo assieme ai giovani di Mediterranea Saving Humans, la piattaforma di aiuti umanitari tornata in Ucraina per la terza volta dallo scoppio della guerra. Il nunzio ci racconta dello strazio dei corpi di persone seviziate e si sofferma su quello di una mamma uccisa e alla quale è stato legato il bimbo vivo, inserendo tra i due corpi un ordigno, poi fatto esplodere. I ragazzi e le ragazze di Mediterranea trattengono a stento le lacrime.

Hanno portato a Kiev, con 6 caravan e un furgone, 10 tonnellate di aiuti sanitari e alimentari, che hanno consegnato a una delegazione del comune di Kharkiv, alla Casa dei salesiani e al Centro All Ukranian Youth che distribuisce medicine e cibo alle comunità più vicine alla linea del fronte, ad est.  Insieme abbiamo incontrato il metropolita Epifanio, il capo della Chiesa ortodossa d’Ucraina autocefala, nella cattedrale di San Michele. Un incontro emozionante: per la prima volta una carovana umanitaria italiana veniva ricevuta dal metropolita di Kiev, che ha apprezzato molto il piccolo-grande gesto di aiuti portati dall’Italia ai fratelli ortodossi.

Epifanio ha denunciato con forza l’aggressione all’Ucraina, e si è detto commosso dall’impegno per la pace del Papa e dalla sua sofferta vicinanza al popolo ucraino. «Mi piacerebbe che Francesco venisse qui a Bucha e a Irpin — ha proseguito il metropolita — ma capisco  le difficoltà, dettate anche dall’attuale mancanza di sicurezza». Epifanio ha anche insistito su come «il dialogo ecumenico e l’iniziativa della società civile possano aprire spiragli per il raggiungimento di una pace giusta». E dopo aver ricordato la visita fatta dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, lo scorso agosto, il metropolita ha pronunciato parole importanti: «Noi ortodossi del Patriarcato di Kiev vogliamo impegnarci nel dialogo ecumenico, perché questa è una via indispensabile per la pace, e siamo disponibili a incontrare tutte le Chiese cristiane, anche quella ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca». 

Quindi, la carovana di Mediterranea è ripartita per Lviv, per poi portare in Italia 25 profughi, tra i quali un bimbo di un anno e due feriti dalle bombe nel Donbass. 

di Raffaele Luise