L’immagine della rosa nelle laudi medievali dedicate a Maria

Quel fiore che niente
riesce a distruggere

 Quel fiore che niente riesce a distruggere  QUO-101
04 maggio 2022
«Rosa pura, rosa dell’innocenza, rosa nuova senza spine, rosa fiorita e feconda, rosa divenuta per noi benedizione di Dio». Il teologo e filosofo francescano Bonaventura definisce così Maria. Ma l’accostamento della Vergine ai fiori e alla rosa in particolare non era nuovo nel xiii secolo: già nella Patristica si erano attribuiti alla Madre di Dio gli appellativi del Siracide o del Cantico dei Cantici e il movimento Cluniacense aveva accentuato questa devozione. Nella poesia, a quel tempo cantata, il primo accenno si deve al monaco–troviere francese Gautier de Concy (1177-1236) detto Troviere della Madonna. Al tema della rosa è dedicata una sua graziosa canzone di quattro strofe settimine, interamente volte alla lode di Maria. L’entusiastica prima strofa dice: «Rosa di cui neve e gelo non possono ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati