Comunicato della Santa Sede

Protocollo d’intesa
per il rinnovo della caserma
della Guardia svizzera pontificia

 Protocollo d’intesa per il rinnovo della caserma  della Guardia svizzera pontificia   QUO-101
04 maggio 2022

Stamane, in occasione del solenne giuramento della Guardia svizzera pontificia, che commemora altresì il sacrificio dei 147 soldati elvetici caduti in difesa di Clemente vii durante il “Sacco di Roma”, presso il Palazzo apostolico del Vaticano è stato sottoscritto un Protocollo d’intesa fra la Segreteria di Stato e la “Fondazione per il rinnovo della Caserma della Guardia svizzera pontificia del Vaticano”.

L’atto è stato firmato dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato di Sua Santità, e da Jean-Pierre Roth e Stephan Kuhn, rispettivamente presidente e vice presidente della suddetta Fondazione. Ha presenziato anche Denis Knobel, ambasciatore della Confederazione elvetica presso la Santa Sede.

Pur trattandosi di uno strumento giuridicamente non vincolante, il Protocollo attesta la comune volontà delle parti ad adoperarsi, nel rispetto della legislazione vaticana e internazionale, per assicurare alle Guardie, alle loro famiglie e a coloro che in vario modo le assistono condizioni di alloggio migliori e rispettose dell’ambiente. L’inizio dei lavori avrà luogo alla conclusione del Giubileo del 2025, a condizione che sia assicurato il finanziamento del progetto definitivo e vengano concesse le debite autorizzazioni.


Il cardinale Parolin: «Migliori alloggi per il perseguimento
della loro missione»


Abbiamo chiesto al cardinale segretario di Stato come si sia arrivati a questa firma.

«La firma del Protocollo — ci ha risposto — rappresenta la tappa importante di un percorso intrapreso dalla fine del 2016, volto a riqualificare gli immobili che compongono l’attuale caserma, per adeguarla ai nuovi standard abitativi e secondo anche criteri ecologici. In tal senso, si è costituita in Svizzera una Fondazione ad hoc che, d’intesa con le autorità della Santa Sede, nell’ottobre 2020 ha presentato al Santo Padre un progetto preliminare. La pandemia ha offerto un tempo ulteriore di riflessione, durante il quale è maturata la convinzione che l’inizio dei lavori sarebbe stato difficilmente ipotizzabile prima del Giubileo del 2025. Ci si è resi conto allo stesso tempo, che il progetto preliminare necessita di un’ulteriore elaborazione, alla luce dei vincoli storici, artistici e paesaggistici a cui la caserma è sottoposta, senza trascurare d’altra parte gli obblighi che derivano alla Santa Sede dall’iscrizione della Città del Vaticano nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco».

Che valore ha il Protocollo d’intesa?

Il Protocollo d’intesa è una dichiarazione d’intenti volta ad orientare con chiarezza i passi che dovranno essere affrontati successivamente. Si potrebbe dire che la firma di oggi costituisce una vera e propria ripartenza dopo la pausa imposta dal covid e la decisione di porre questo atto nel contesto delle solenni celebrazioni del giuramento delle nuove guardie svizzere esprime, in maniera molto concreta, quanto ci stia a cuore il Corpo della Guardia Svizzera e il prezioso servizio che esso svolge da quasi 500 anni a protezione del Santo Padre.

L’intera Città del Vaticano è patrimonio dell’umanità Unesco dal 1984 e molti sono i vincoli storico- artistici. Quali saranno i prossimi passi?

Ci si dedicherà anzitutto al perfezionamento del progetto preliminare. Tale esigenza si impone a motivo del valore storico dell’attuale caserma, i cui edifici risalgono ai pontificati di Pio ix  e Pio xi . In tal senso, un elemento imprescindibile sarà la conservazione delle facciate esterne, così come il vincolo in altezza imposto dal colonnato berniniano. Un ulteriore elemento è rappresentato dalle esigenze di tutela e valorizzazione degli importanti monumenti circostanti: mi riferisco in particolare al Passetto di Borgo con la Porta Sancti Petri , e alle evidenze archeologiche della necropoli romana nel sottosuolo della caserma. Anche se il 2026 sembra lontano, i passi da compiere esigono una roadmap che dovrà contemplare l’approvazione del progetto definitivo e, nell’osservanza della legge vaticana sulla trasparenza e il codice degli appalti, l’aggiudicazione dei lavori e l’apertura del cantiere con la conseguente ricollocazione provvisoria della Guardia.

Le spese per il rinnovo della caserma saranno coperte interamente da donatori?

Sì, il sostegno del popolo svizzero al progetto della nuova caserma è stato finora caratterizzato da una grande generosità. Ad oggi, la maggior parte della somma prevista dalla Fondazione risulta assicurata sotto forma di doni e promesse contrattuali di donazioni. La Santa Sede ringrazia il Consiglio federale della Confederazione elvetica, i Cantoni, le comunità ecclesiali nonché le numerose fondazioni e i donatori privati per il loro impegno. La nostra gratitudine inoltre si estende, a tutti coloro che si sono adoperati e continueranno a spendersi per animare la campagna di raccolta fondi, nella consapevolezza che questo sforzo consentirà di assicurare alla Guardia, alle sue famiglie e a tutti coloro che la assistono migliori condizioni di alloggio per il perseguimento della loro nobile missione.

di MASSIMILIANO MENICHETTI