Un bimbo perso sotto scalinate infinite

Ci sono piazze-mercato, luoghi dove dove si incrociano merci, contrattazioni, discussioni, litigi e risate, piazze-sagrato, allestite come palcoscenici all’aperto, e piazze-fontane, segnate dalla presenza dell’acqua, luoghi in cui tuffarsi, anche solo con lo sguardo, in uno spazio fluido. Ma il secolo breve, il Novecento, ci ha mostrato anche piazze dove il perdersi prevale sul ritrovarsi, e l’identità del singolo rischia di svaporare, assorbita dallo sfondo che la ospita, trasformata nell’ingranaggio opaco di un sistema alienante di cui non si conosce l’origine e si ignora lo scopo. Un tema esplorato con profondità e delicatezza (perché vissuto in prima persona) da Andreï Makine, scrittore cresciuto in Siberia ma francese di adozione, a Parigi — talvolta in condizioni economiche precarie, senza fissa dimora — ...