Il ricordo di un cammino che ha dato frutti

La nostra Cresima
Quaranta anni fa

 La nostra Cresima Quaranta anni fa  QUO-098
30 aprile 2022

“Essere dono”. Queste due parole ci ripeteva spesso don Fortunato, un giovane diacono calabrese, quasi sacerdote, studente di teologia a Roma. La sua strada, nel 1982, si incrociò con quella di una ventina di quattordicenni appena cresimati della comunità di Santa Caterina da Siena, a pochi passi da San Giovanni. Il sacramento della Confermazione lo avevamo ricevuto “in trasferta”, il 18 aprile, non avendo una chiesa parrocchiale, presso la basilica di Santa Maria sopra Minerva, dove riposa il corpo della santa senese.

Da quel giorno iniziò il cammino dopo-cresima, che in quella parrocchia prendeva il nome di “Movimento Ragazzi”, seguito dall’anno della Confermazione, quindi nel nostro caso “1982”: più semplicemente Mr82 .

Un percorso come tanti altri, eppure di una particolare intensità di amicizia, fortemente segnata dagli umori adolescenziali ma anche da tanto desiderio di crescita nella fede, con momenti di preghiera, ritrovi settimanali per l’ascolto della Parola, ritiri, campi scuola, occasioni di servizio, la musica, il coro, il teatro… il tutto sostenuto dalla custodia allegra e intelligente di una guida come don Fortunato e di un parroco ricco di umanità e di vangelo come don Aldo. E poi, su di noi, lo sguardo che aveva segnato i giovani del mondo intero, quello di Giovanni Paolo II…Eravamo senza computer, senza telefoni, ma con tanta voglia di comunicare.

Per quattro anni abbiamo vissuto momenti forti intrecciati con gli eventi di allora: dal primo campo-scuola che ci ha visti festeggiare la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio (1982), gli eventi diocesani legati all’Anno Santo della redenzione (1983-84), l’Anno internazionale della Gioventù (1985), fino all’ultimo ritiro di tre giorni nel 1986 (dal tema “per Cristo, con Cristo e in Cristo”) di un’intensità non solo emozionale, ma dono dello Spirito, che ha segnato fortemente la vita di tutti noi. In quell’occasione ci venne consegnata l’immagine giovannea della Vite e dei tralci (cfr. Gv 1,1-8), consapevoli che senza di Lui non possiamo fare nulla.

Poi l’ingresso nel Movimento Giovanile parrocchiale e, pian piano, l’avvio della vita da maggiorenni: l’entrata di uno di noi in seminario (Paolo, sacerdote nel 1993), l’impegno di molti a servizio dell’animazione dei più piccoli o dei disabili, del coro e della liturgia. Dal servizio alla nostra comunità, molti di noi, da adulti, sposati e con figli, sono passati a servire le parrocchie dove si è andati a vivere o altre realtà ecclesiali, tra le gioie e le fatiche di esistenze diverse unite da quell’Essere dono, come tralci di un’unica Vite, fili tessuti da un’unica Mano, che dà gioia e colore nell’insieme.

Niente di straordinario nel nostro cammino di allora, eppure la percezione di essere in una comunità parrocchiale a “formato famiglia” ci ha segnati, anche inconsapevolmente. Ora, pur essendo in diversi punti di Roma o poco fuori di essa, l’appartenenza all’Mr82 ci contraddistingue ancora e, in particolare negli ultimi anni, la necessità di incontrarci, di celebrare insieme, di incrociare i nostri sguardi per poche ore senza troppe parole, ci conferma, di nuovo, nell’Amore di Colui che ci ha confermati quaranta anni fa.

Sì, a chi raccontiamo che il 18 aprile — quest’anno Pasquetta — abbiamo festeggiato i 40 anni di cresima, ci sentiamo dire: “Ma davvero?”, con un misto di stupore e di novità. Sì, davvero.

Proprio nello stesso giorno il Papa, in piazza san Pietro, incontrava migliaia di adolescenti d’Italia, ragazzi simili e diversi da noi dell’82. Vorremmo anche noi dire loro, con affetto, di fondare la vita in Cristo e in una Chiesa-famiglia dove poter respirare il gusto di essere amati così come siamo; e allo stesso tempo chiedere loro perdono se ora, come adulti, non sempre siamo capaci di testimoniare tutto questo.

Il soffio dello Spirito Santo ci ha spinti lontani. E, per ultimo, ci fa un certo effetto sapere che Paolo, divenuto sacerdote nel ‘93, dal 2018 è uno dei vescovi ausiliari di Roma e che, a giugno scorso, ha anche lui imposto le mani su don Fortunato, da un anno arcivescovo di Reggio Calabria-Bova. Attraverso di loro, successori degli apostoli, tanti altri ragazzi ricevono oggi il dono della confermazione. Nelle loro mani ci piace vedere anche le nostre mani di adolescenti di allora e di adulti di ora, in “Movimento”, perché non manchi mai la gioia del Vangelo, la gioia di Essere dono.

Gli “ex ragazzi” dell’MR82.