All’Associazione “Fiat” il Papa ricorda che la vocazione e la gioia della Chiesa è evangelizzare

Nello sguardo delle vittime degli orrori della guerra leggiamo il bisogno
di dignità, pace e amore

 Nello sguardo delle vittime degli orrori della guerra leggiamo il bisogno di dignità, pace e amore  ...
25 aprile 2022

«Oggi la questione dell’evangelizzazione è al cuore della missione della Chiesa. Quelle due frasi di Papa Paolo vi : la vocazione della Chiesa è evangelizzare; la gioia della Chiesa è evangelizzare. Sempre!». Sono le parole dell’esortazione apostolica «Evangelii nuntiandi» che il Papa ha riproposto ai 120 partecipanti al simposio «Sulle orme del Cardinale Suenens: lo Spirito Santo, Maria e la Chiesa», promosso dall’Associazione “Fiat”, ricevuti in udienza sabato 23 aprile nella Sala Clementina. Il Pontefice ha affermato che «nello sguardo» della vittime della guerra «leggiamo il bisogno» di dignità, pace e amore. Ecco il discorso di Francesco.

Cari amici,

vi do il benvenuto in occasione del Simposio che avete organizzato sulla figura del Cardinale Suenens. Ringrazio il Padre Testaert per le sue gentili parole. Saluto con affetto ciascuno di voi e, per vostro tramite, esprimo la mia vicinanza spirituale a tutti i membri della vostra Associazione.

Con voi ringrazio il Signore per l’opera del Cardinale Suenens e di Veronica O’Brien, opera che prosegue oggi nel vostro apostolato. In fedeltà alle intuizioni evangeliche dei vostri fondatori, siete impegnati a condividere il Vangelo con ogni persona che la Provvidenza mette sul vostro cammino. Oggi la questione dell’evangelizzazione è al cuore della missione della Chiesa. Oggi è più esplicito. Quelle due frasi di Papa Paolo vi : la vocazione della Chiesa è evangelizzare; la gioia della Chiesa è evangelizzare (cfr. Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 14; 80). Sempre! Più che mai siamo tutti interpellati ad essere protagonisti di una Chiesa in uscita, sotto l’impulso dello Spirito Santo. Infatti, «un’evangelizzazione con spirito è un’evangelizzazione con lo Spirito Santo, dal momento che Egli è l’anima della Chiesa evangelizzatrice» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 261).

Il mondo diventa sempre più secolarizzato. Questo va avanti in modo accelerato e abbiamo bisogno di discepoli convinti nella loro professione di fede e capaci di trasmettere la fiamma della speranza agli uomini e alle donne di questo tempo. Le tragedie che viviamo in questo momento, particolarmente la guerra nel territorio dell’Ucraina così vicina a noi, ci richiamano l’urgenza di una civiltà dell’amore. Nello sguardo dei nostri fratelli e sorelle vittime degli orrori della guerra, leggiamo il bisogno profondo e pressante di una vita improntata alla dignità, alla pace e all’amore.

Come la Vergine Maria, dobbiamo continuamente coltivare lo spirito missionario per farci prossimi di coloro che soffrono, aprendo a loro i nostri cuori. Dobbiamo camminare con loro, lottare con loro per la loro dignità umana e diffondere dappertutto il profumo dell’amore di Dio. «Con lo Spirito Santo, in mezzo al popolo sta sempre Maria. Lei radunava i discepoli per invocarlo (At 1, 14), e così ha reso possibile l’esplosione missionaria che avvenne a Pentecoste. Lei è la Madre della Chiesa evangelizzatrice e senza di lei non possiamo comprendere pienamente lo spirito della nuova evangelizzazione» (Evangelii gaudium, 284).

La nostra casa comune è scossa da molteplici crisi. Non dobbiamo avere paura delle crisi; le crisi ci purificano, ci fanno uscire migliori. Senza paura! Per questo abbiamo bisogno di costruire un’umanità, una società di relazioni fraterne e piene di vita. In realtà, «le azioni derivano da un’unione che inclina sempre più verso l’altro considerandolo prezioso, degno, gradito, bello, al di là delle apparenze fisiche e morali. L’amore all’altro per quello che è ci spinge a cercare il meglio per la sua vita. Solo coltivando questo modo di relazionarci renderemo possibile l’amicizia sociale che non esclude nessuno e la fraternità aperta a tutti» (Enc. Fratelli tutti, 94). Vi invito pertanto ad essere testimoni, testimoni della misericordia, della tenerezza e della bontà di Dio.

Cari amici, la Chiesa ha fiducia in voi. Vi esorto a dare, con le parole, le azioni e la testimonianza, un messaggio forte al nostro mondo, così povero di umanità. Possiate attingere, con la preghiera e con la missione stessa, alla sorgente della bontà e della verità, e trovare nella comunione con Cristo morto e risorto la forza di vedere il mondo con uno sguardo positivo, uno sguardo d’amore, uno sguardo di speranza, uno sguardo di compassione e di tenerezza, con speciale attenzione per le persone svantaggiate ed emarginate.

Affido al Signore ciascuno di voi che partecipate al Simposio e tutti i membri dell’Associazione Fiat. Di cuore benedico voi e le vostre famiglie. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie!

Dopo la benedizione il Pontefice ha pronunciato le seguenti parole a braccio.

Vi chiedo scusa perché vi saluterò seduto, perché questo male al ginocchio non mi permette di stare in piedi tanto. Excusez-moi.


Sui passi del cardinale Suenens


All’angelo Gabriele che le aveva annunciato che lo Spirito Santo sarebbe sceso su di Lei, Maria rispose fiat, una breve parola  che «riassume la spiritualità della nostra associazione». Così l’abate premostratense Frédéric Testaert ha presentato a Papa Francesco, all’inizio dell’udienza, il simposio dell’Associazione Fiat dal titolo “Sui passi del cardinale Suenens; lo Spirito Santo, Maria e la Chiesa”, apertosi venerdì 22 aprile e organizzato dal Collegio pontificio belga di Roma, sotto l’alto patronato dell’ambasciata belga presso la Santa Sede. Il fatto che l’associazione esista ancora dopo 40 anni dalla sua fondazione a opera di Veronica O’Brien, di cui il cardinale De Kesel aprirà la causa di beatificazione a breve, ha ricordato l’abate Testaert, è la prova «che questa eredità è portatrice di futuro», un invito a vivere il Vangelo sotto la “costellazione” di Spirito santo, Maria e Chiesa «affinché «noi facciamo nostro il fiat di Maria per essere permeabili all’azione dello Spirito santo» che, come diceva il cardinale Suenens, «rende presente il Cristo e lo forma in noi».