Il racconto

Il profumo del Risorto

 Aromi per il corpo di Gesù  QUO-088
16 aprile 2022

Erano andati quasi tutti via, e i cadaveri dei crocifissi stavano ancora inchiodati sulle croci. Era usanza dei romani lasciare i corpi dei condannati a morte appesi come monito per tutti.

Giuseppe d’Arimatea aveva chiesto e ottenuto il permesso di prendere il corpo di Gesù per seppellirlo, e senza l’aiuto di nessun servo ma solo di Nicodemo e Giovanni era salito in alto per schiodare le mani e i piedi dal legno. Lo aveva poi abbracciato da dietro con la stessa tenerezza con cui un padre prende in braccio un figlio addormentato, e lentamente aiutato dagli altri lo aveva deposto dalla croce. La madre aveva accolto tra le sue braccia quel corpo esanime. Era forse quella la spada che il vecchio Simeone molti anni prima gli aveva preannunciato? Ora quel figlio che non poteva più partorire gli giaceva attraverso.

Giuseppe aveva steso un lenzuolo di lino nuovo, e senza dir nulla si apprestava con delicatezza ad avvolgere il corpo di Gesù. Sapeva da buon israelita che i cadaveri di coloro che erano morti di morte violenta non andavano lavati, anche il sangue delle ferite doveva essere sepolto con lui. Maria di Cleofa si era affrettata a mettere tra le pieghe del lino delle erbe secche profumate, sapevano però che sarebbero ritornate a ungere di olio profumato quel corpo ora ricoperto di lino.

Lo deposero in un sepolcro nuovo, e vi rotolarono davanti all’ingresso una grossa pietra. Le donne videro il luogo preciso della sepoltura perché volevano ritornarci subito dopo l’osservanza del sabato, e così fecero.

Maria Maddalena camminava davanti a tutte. L’attesa di quel sabato le era sembrata infinita. Ognuna di esse aveva tra le mani un vasetto pieno di olio profumato. Era il loro estremo tentativo di ritardare il tanfo della morte dal corpo dell’amato Maestro. Sapevano però tutte che prima o poi la morte avrebbe avuto la meglio anche su quei profumi preparati con cura e lacrime. “Chi ci rotolerà via la pietra dal sepolcro?”, disse una di loro squarciando il silenzio di quella processione, ma non aveva ancora finito di pronunciare quelle parole che eccole arrivate davanti al sepolcro. La pietra era stata rotolata via, e a quella distanza intravedevano due figure ritte al suo interno. Si avvicinarono pensando che qualcuno le avesse anticipate nelle stesse intenzioni, ma arrivate alla soglia si accorsero che quei due giovani intravisti prima erano vestiti di vesti luminose. “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”, dissero senza lasciare nemmeno loro il tempo di capire, “Non è qui, è risorto!”. Spaventate indietreggiarono lasciando cadere dalle loro mani i vasetti pieni di olio profumato. La fraganza di quelle misture si diffuse ovunque e riempì il piccolo spazio del sepolcro. Fuggirono via. Solo Maria di Magdala rimase lì, e piangeva. Aveva visto anche lei quegli angeli e sentito le stesse parole delle altre, ma qualcosa dentro di lei non le faceva accettare quel vuoto, quell’assenza. Pensava tra sé: “L’hanno rubato!”; forse l’ennesimo gesto di violenza su quell’innocente. Ma mentre pensava a queste cose Gesù in persona le si accostò dicendole: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro! Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». Era caduta in ginocchio e le sue mani si erano intrise di quell’olio profumato rovesciato a terra. Si alzò in fretta e corse verso casa. Irruppe nel cenacolo mostrando loro sue mani: “È vivo! È vivo! È Risorto!”. I discepoli videro le mani sporche di terra e unte di olio profumato. Pensarono stesse vaneggiando. Non le credettero.

In fondo non basta un po’ di profumo a testimoniare un fatto, serve il corpo stesso. Ma avrebbero dovuto attendere la sera di quello stesso giorno, quando non più il Suo profumo, ma Egli stesso si sarebbe manifestato loro.

di Luigi Maria Epicoco