In caso di adesione di Svezia e Finlandia alla Nato

Riarmo nucleare russo nel Baltico

 Riarmo nucleare russo  nel Baltico  QUO-087
15 aprile 2022

Mosca, 15. Dura reazione della Russia all’annuncio della possibile adesione in tempi brevi alla Nato di Finlandia e Svezia. «Ci saranno conseguenze tra le più indesiderabili», ha assicurato il vice ministro degli Esteri, Alexander Grushko, spiegando che l’ingresso di Helsinki e Stoccolma nell’Alleanza atlantica cambierebbe radicalmente la situazione politico-militare nell’area.

«Se Svezia e Finlandia entreranno nella Nato, non sarà più possibile parlare di status non nucleare nel Baltico. L’equilibrio dovrà essere ripristinato», ha precisato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitrij Medvedev. Alle parole, il Cremlino ha immediatamente aggiunto i fatti, inviando ai confini del nord mezzi pesanti e soldati.

La svolta dei due Paesi scandinavi ha ottenuto l’immediato sostegno della Gran Bretagna: «Le minacce russe nei confronti degli Stati nordici e baltici non sono nuove e rafforzano solo la nostra unità. Svezia e Finlandia sono libere di scegliere il proprio futuro senza interferenze: il Regno Unito sosterrà qualunque decisione», ha detto da Londra il ministro degli Esteri britannico, Liz Truss.

Parole simili a quelle usate dalla collega tedesca, Annalena Baerbock: «Se Helsinki e Stoccolma scelgono di aderire alla Nato, sono calorosamente benvenute».

Nell’ultima settimana, a conferma dell’avanzato stato di collaborazione, esercitazioni aeree Nato con Finlandia e Svezia sono state condotte nei Paesi Baltici.

Ma la Russia non demorde e, sempre attraverso l’ex presidente Medvedev, anticipa le mosse del Cremlino: «Sarà necessario rafforzare seriamente il gruppo di truppe di terra e il sistema di difesa aerea e schierare consistenti forze navali nel Golfo di Finlandia».

Finlandia che ha risposto con tono duro alle minacce di Mosca, assicurando di avere un esercito «forte e ben addestrato». «I russi hanno detto che reagiranno, in qualche modo. E penso che investiranno più forze militari in questa parte dell’Europa», ha spiegato il ministero della Difesa finlandese.

L’offensiva russa in Ucraina continua nel frattempo a puntare sul Donbass, dove le prime truppe russe che avevano lasciato il nord ucraino sono ora arrivate nella regione orientale, in preparazione di una offensiva per prendere il controllo dell’intero territorio delle regioni di Donetsk e Lugansk. Ed è soprattutto da queste zone che parte della popolazione è già stata «deportata» in Russia, secondo Kiev: oltre mezzo milione di persone, ha denunciato il presidente, Volodymyr Zelensky, condotte con la forza in regioni remote del Paese, confiscandone documenti e oggetti personali, come i telefoni cellulari, e separando i bambini dai loro genitori per consentire alle famiglie russe di adottarli illegalmente.

E in vista della battaglia del Donbass, gli Stati Uniti hanno garantito che «in meno di una settimana» giungeranno le nuove armi all’Ucraina, precisando che «poi le forze di Kiev le porteranno nell’est».

Se l’obiettivo strategico russo si concentra a est, Mosca è tornata comunque a minacciare anche Kiev, da cui le sue truppe si sono ritirate lasciandosi però alle spalle i massacri di Bucha e delle altre città limitrofe. Le forze russe sarebbero pronte a colpire i centri di comando nemici, anche nella regione della capitale, se l’esercito ucraino continuerà nei suoi tentativi di attaccare strutture in Russia, come affermato ieri dal portavoce del ministero della Difesa di Mosca ieri. Esplosioni sono state infatti segnalate nella notte nella zona della capitale, ha segnalato il «The Kyiv Indepedent», senza che per ora vengano segnalate vittime.

Intanto, l’incrociatore missilistico russo Moskva, divorato dalle fiamme nel Mar Nero e che l’aviazione di Kiev aveva rivendicato di avere colpito, «è affondato mentre veniva rimorchiato durante una tempesta». Lo ha ammesso il ministero della Difesa russo, spiegando che la nave «ha perso stabilità a causa del danno allo scafo». Danno, però, che viene attribuito dalle autorità di Mosca a un incendio seguito all’esplosione delle munizioni trasportate a bordo.

Con il Moskva, nave ammiraglia della flotta nella zona di guerra, si teme possa essere finita negli abissi anche una testata nucleare che, secondo voci non confermate, avrebbe fatto parte del suo arsenale. Comunque si tratta di un duro colpo per la flotta militare russa, come il Pentagono non ha mancato di rimarcare, pur ammettendo di non poter verificare in «modo indipendente» se l’incrociatore russo sia stato colpito da un missile sparato dall’Ucraina.

Nel cinquantesimo giorno di invasione militare russa, la perdita del Moskva — evento dal forte impatto simbolico per il morale dei combattenti, su entrambi i fronti — ha monopolizzato l'attenzione, scatenando timori di rappresaglie su Odessa, dove oggi sono state udite alcune esplosioni, anche se il comando operativo dell’Ucraina meridionale ha assicurato che «al momento non c’è pericolo per la popolazione civile». L’evento, secondo gli osservatori, allontanerebbe l’ipotesi di uno sbarco per la conquista della città.

Queste battute d’arresto della Russia potrebbero spingere Putin a usare armi nucleari tattiche o a bassa resa, ha detto il direttore della Cia, William Burns, in un discorso ad Atlanta, aggiungendo, tuttavia, che non ci sono particolari segnali che Mosca stia preparando un attacco di questo tipo.

Dal punto di vista diplomatico, con i colloqui tra Ucraina e Mosca in fase di stallo, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sta valutando l’ipotesi di recarsi a Kiev. A confermarlo con un «sì» è stato proprio l'inquilino della Casa Bianca, rispondendo ieri ai giornalisti che gli hanno chiesto se «fosse pronto ad andare in Ucraina». Un ulteriore passo dopo l’annuncio della collaborazione di Washington per accertare le atrocità commesse dalla Russia in Ucraina. Sempre ieri c’è stata una nuova telefonata fra il presidente francese, Emmanuel Macron, e Zelensky, incentrata sulle necessità di equipaggiamento militare da parte dell’Ucraina e sugli sviluppi della situazione a Mariupol, città che stamane sarebbe sotto un pesante attacco. Il presidente ucraino — hanno fatto sapere fonti dell’Eliseo — ha «ringraziato Parigi per le consegne di armi già effettuate, il cui valore ammonta a 100 milioni di euro», mentre Macron ha ribadito il sostegno e la solidarietà della Francia.