Lettere dal Direttore

Il 1943 di Pier Paolo Pasolini

 Il 1943 di Pier Paolo Pasolini  QUO-085
13 aprile 2022

«La guerra non mi è mai sembrata tanto schifosamente orribile come ora: ma non si è mai pensato cos'è una vita umana?» Così Pier Paolo Pasolini, ventunenne, in una lettera all'amico Franco Farolfi del 1943. Sono passati quasi 80 anni ma la domanda resta sempre viva, aperta, come una ferita. E' la forza di uno spirito, controverso e tormentato quanto geniale, quella del poeta e regista di cui in questo 1922 si celebra il centenario dalla nascita. E le celebrazioni si stanno moltiplicando un po' in tutta Italia, come quella “ufficiale” di domenica mattina 10 aprile, presso il Senato della Repubblica e trasmessa in diretta su Rai3 all'interno della serie di eventi intitolata “Appuntamento di Senato & Cultura”.

Omaggio a Pier Paolo Pasolini, questo il nome dell'evento presieduto e inaugurato dalla Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e con l'intervento di diversi ospiti tra cui Dacia Maraini. É stata proprio la Presidente Casellati a citare acutamente questa frase del giovanissimo poeta che attualizza drammaticamente la sua parabola rispetto ai nostri tempi colpiti dall'atrocità della guerra di nuovo sul suolo europeo. Pasolini attuale proprio perchè sempre “inattuale”, oggi come allora, controcorrente, scomodo, meglio dire quindi profetico. Profetico e popolare, due caratteristiche che lo avvicinano in questo a Papa Francesco, citato anche lui più volte dalla Casellati. E popolare nel senso di umano, umanista: «ma non si è mai pensato cos'è una vita umana?». Pasolini non ha smesso per tutta la vita ad interrogarsi e a interrogarci, ieri come oggi, davanti alle devastazioni della seconda guerra mondiale come a quelle di Mariupol.