Il racconto

Gli sguardi di Yurii e di Anna

 Gli sguardi di Yurii e di Anna  QUO-085
13 aprile 2022

Yurii ha 3 anni. Anna 4 e mezzo. Sono nati nella periferia di Leopoli ma ora vivono a Ostia: le due mamme e le due nonne hanno scelto che i loro sguardi non fossero offuscati da paure e da morte. Ma che, pur nel dolore e nel disagio di uno sradicamento forzato e brutale, continuassero a essere sguardi sereni. Sguardi da bambini. Lontani dalla guerra.

Stamani — durante l’udienza generale nell’Aula Paolo vi — Papa Francesco ha carezzato i volti di Yurii e di Anna. Abbracciando e benedicendo questi due bambini e, attraverso di loro, tutti i piccoli che stanno soffrendo — e morendo — in Ucraina e ovunque nel mondo si combattono guerre “dimenticate”.

Sono, invece, sguardi poco sereni — preoccupati per l’oggi e per il domani — quelli delle mamme. E delle nonne. E proprio una delle nonne ha reso possibile l’arrivo dei bambini e delle mamme a Ostia. Ad ospitarli è la comunità parrocchiale di Santa Maria Regina Pacis.

E il parroco, padre Giovanni Vincenzo Patanè, religioso pallottino, stamani ha accompagnato i suoi ospiti ucraini a incontrare il Papa. Con loro anche suor Geneviève Jeanningros, religiosa delle Piccole sorelle di Gesù, che fa missione di “frontiera”. Una “nonna aggiunta” dice con il sorriso di chi sa dare del “tu” alla condivisione delle situazioni di disagio.

«La risposta della gente all’accoglienza dei bambini, delle mamme e delle nonne è straordinaria. La guerra in Ucraina sta toccando molto il cuore della gente. Come straordinaria è l’esperienza che stiamo vivendo insieme, proprio come comunità», dice il parroco. Non è solo questione di un aiuto materiale, per quanto importante. È, appunto, «l’esperienza della condivisione e dell’attenzione a persone che stanno soffrendo, con un’attenzione del tutto particolare ai bambini, perché abbiamo un futuro di pace».

Ed è come se la tragedia della guerra in Ucraina — vista in televisione e letta sui giornali — fosse entrata, fisicamente, nella quotidianità, nella case, del popolo di Ostia. «Una presenza — aggiunge il parroco — che fa bene e fa crescere anche noi sacerdoti». E Pasqua sarà ancora più Pasqua.

Accanto ai bambini ucraini, una coppia di sposi che — insieme — conta addirittura 195 anni. E sì, sono arrivati apposta dall’Honduras, per incontrare il Papa con i loro familiari, David Cello Núñez, 102 anni, e Isabel María Zepeda de Coello, 93 anni. Sono sposati da 71 anni.

Com’è ormai tradizione, stamani si sono stretti attorno al Papa, in Aula, i giovani di Univ: l’incontro annuale per studenti universitari, provenienti da tutto il mondo, che si svolge a Roma fin dal 1968 durante la Settimana santa. Una iniziativa di dialogo e di convivenza avviata su impulso diretto del fondatore dell’Opus Dei, san Josemaría Escrivá de Balaguer.

“Ricostruire insieme: la forza delle relazioni umane” il tema scelto per quest’anno, tra pandemia e guerra. «Il motivo principale di questo incontro a Roma di tanti universitari — spiegano i promotori — è proprio il poter vivere la Settimana santa accanto al Papa nel cuore della Chiesa». E così il 10 aprile alla messa per la Domenica delle Palme e della Passione del Signore i giovani di Univ 2022 erano 3.000. Mentre in 1.500 saranno alla celebrazione della Passione il Venerdì santo e poi alla Via Crucis al Colosseo e altrettanti saranno in piazza San Pietro per la messa nella domenica di Pasqua.

Francesco ha incoraggiato la comunità della Scuola svizzera di Roma in occasione dei 75 anni di attività. In Aula erano presenti 38 alunni della seconda elementare, con tre insegnanti, che dopo hanno visitato la caserma della Guardia svizzera. E per l’occasione è stata promossa una settimana di iniziative per condividere la bellezza della cultura elvetica.

Presenti all’udienza anche i rappresentanti dell’associazione di promozione sociale Nives che a Napoli si occupa dell’inclusione di giovani con disabilità e anche del lavoro sociale dei ragazzi affidati dal Tribunale.

di Giampaolo Mattei