In sessantacinquemila con il Papa nella Domenica delle Palme

Tra il popolo in via della Conciliazione

 Tra il popolo  in via della Conciliazione  QUO-083
11 aprile 2022

Tregua per la Pasqua! L’appello del Papa — accarezzato dai ramoscelli di ulivo che della pace sono segno e speranza — da una piazza San Pietro straordinariamente piena di popolo ha raggiunto il cuore dell’Europa, dove si combatte tra cristiani, e anche ogni terra insanguinata da guerre “dimenticate”.

La celebrazione della Domenica delle Palme e della Passione del Signore ha avuto inizio alle 10 con la tradizionale processione: in oltre 200 hanno attraversato la piazza, dal braccio di Costantino all’obelisco e da lì, dopo il rito iniziale, al sagrato, da dove il Papa ha asperso i ramoscelli d’ulivo con l’acqua benedetta.

Le letture sono state proclamate in spagnolo e inglese; il salmo in italiano come il brano della passione tratto dal Vangelo di Luca. Davvero impressionante il silenzio nella piazza al momento del racconto della morte di Gesù.

In particolare, alla preghiera dei fedeli — in cinque lingue — sono stati ricordati «coloro che guidano le nazioni» perché siano «sinceri e disinteressati nella ricerca del bene comune, coraggiosi nel promuovere la concordia e la pace, custodi vigilanti del creato». Si è poi pregato affinché «i piccoli possano trovare protezione, gli esuli una casa accogliente, coloro che fuggono dalla guerra e dalla fame il calore di un cuore sensibile e generoso». E anche perché il Signore «doni la forza di pregare per coloro che ci odiano e la disarmante capacità di rispondere con il bene al male ricevuto».

Hanno concelebrato 24 cardinali, tra i quali il segretario di Stato, Pietro Parolin: al momento della preghiera eucaristica si sono accostati all’altare — accanto al quale c’era la statua della Madre di Dio — Giovanni Battista Re e Leonardo Sandri, rispettivamente decano e vice decano del Collegio cardinalizio. Era presente il cardinale Walter Brandmüller.

Ventisei gli arcivescovi e vescovi presenti e di questi ventiquattro concelebranti: tra loro gli arcivescovi Edgar Peña Parra e Paul Richard Gallagher, rispettivamente sostituto per gli Affari generali e segretario per i Rapporti con gli Stati. Oltre 200 i sacerdoti. I ramoscelli di ulivo per la celebrazione sono stati forniti dall’Associazione nazionale Città dell’olio, dalle Città dell’olio del Lazio, e dalla famiglia tarantina Caputo. Alle palme fenix ha provveduto il Cammino neocatecumenale. Mentre l’azienda florovivaistica romana Flora Olanda ha prestato le grandi piante di ulivo collocate in prossimità delle statue dei santi Pietro e Paolo, sotto il sagrato. A “colorare” di segni la piazza, oltre alle splendide piante, gli arazzi di san Giuseppe e di san Michele arcangelo posizionati sulla facciata della basilica.

Il servizio dei ministranti è stato presentato dal Pontificio Collegio Urbano e i canti sono stati eseguiti dal coro della Cappella Sistina.

Al termine della celebrazione — dopo l’Angelus e la benedizione — sulla vettura scoperta il Papa ha voluto salutare da vicino le tantissime persone — 65 mila secondo la Gendarmeria vaticana — che hanno riempito piazza San Pietro, piazza Pio xii e via della Conciliazione.

Incorniciato da una splendida giornata primaverile, l’incontro eucaristico di preghiera e anche di festa di un popolo con il Papa, pur nel dolore per le notizie di morte e devastazione, è stato un fatto di speranza proprio nel giorno della Domenica delle Palme. Dopo che nel 2020 e nel 2021 la “guerra” della pandemia aveva costretto a una celebrazione senza popolo all’interno della basilica di San Pietro. (giampaolo mattei)

di Giampaolo Mattei