Il discorso d’odio

 Il discorso  d’odio  QUO-083
11 aprile 2022

Nonostante l’odio — intenso ed estremo sentimento di avversione — sia antichissimo e caratterizzi l’umanità fin da Caino e Abele, oggi il discorso d’odio o hate speech assume nuove forme. Tale linguaggio ostile e malizioso può rivolgersi contro un singolo o un gruppo percepito come bersaglio, spesso una minoranza vulnerabile. Esso si ricollega, quindi, al tema del razzismo, xenofobia, antisemitismo, discriminazioni e si qualifica per alcuni elementi: contenuto, dimensione pubblica, volontà di provocare danni, fino ad arrivare all’incitamento alla violenza. Per quanto molto dannoso, l’hate speech non va considerato sempre un crimine e può rientrare nella categoria protetta dalla libertà d’espressione. Tuttavia, non si può negare come il discorso d’odio sia dannoso e nocivo di per sé in quanto erode la dignità umana e colpisce la convivenza sociale.

L’odio sembra oggi aver trovato un habitat ideale nella Rete. Infatti, il linguaggio ostile online presenta caratteristiche particolari (diffusività, rapidità, estemporaneità, anonimato) che lo rendono particolarmente pericoloso. Man mano che il web è divenuto, oltre che straordinario mezzo di comunicazione, anche luogo di conflitti e aggressività, la dottrina sociale della Chiesa ha dato attenzione alla problematica. Papa Francesco ha dedicato al tema vari messaggi. A partire dal 2016 ha definito la parola del cristiano come ciò che deve far crescere la comunione (50ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali), e ha descritto i pregiudizi che alimentano sul web l’individualismo anziché fare della Rete una finestra sul mondo (53ª Giornata). Ai racconti distruttivi, provocatori e alle false informazioni dobbiamo rispondere — chiede il Papa — con storie che costruiscono la convivenza (54ª Giornata).

Soprattutto nell’enciclica Fratelli tutti il tema del linguaggio d’odio viene affrontato all’interno del grande affresco sul bisogno di fraternità contrapposto alla solitudine e alla violenza delle nostre società. Qui compare un ampio quadro della comunicazione attuale, soprattutto digitale, e dei legami malati che trovano online uno spazio di diffusione senza uguali. Papa Francesco propone una modalità di comunicazione alternativa al «circolo virtuale che ci isola» (47), fatta di ascolto, «caratteristico di un incontro umano, paradigma di un atteggiamento accogliente» (48) e di ricerca perseverante e paziente per riconoscere «ciò che è essenziale per dare senso all’esistenza» (50).

*Docente di pedagogia

di Milena Santerini *