L’elemosiniere porta agli ucraini un’altra ambulanza e l’abbraccio del Papa

Nuova missione del cardinale Krajewski

 Nuova missione  del cardinale Krajewski  QUO-082
09 aprile 2022

«Essere servitori», esserlo «nell’amore». Le parole di Francesco nella messa del Giovedì Santo del 2014 quando, durante il rito della lavanda dei piedi, si chinò su dodici persone disabili accolte nel Centro don Gnocchi di Roma, vengono subito in mente pensando alla nuova missione del cardinale Konrad Krajewski, sostenuta e voluta proprio dal Papa. Sul volo di ritorno da Malta, Francesco aveva parlato di una seconda ambulanza che l’elemosiniere pontificio avrebbe consegnato in Ucraina.

Domenica 10 aprile è prevista la partenza del mezzo, guidato dallo stesso porporato, per la terza volta in Ucraina. Dotato di attrezzature mediche all’avanguardia come defibrillatori pediatrici che l’ospedale Bambino Gesù ha provveduto a donare, il veicolo è diretto a Kiev, città martoriata dalla guerra, ma mai abbondata dalla Chiesa. La quale, attraverso il nunzio, l’arcivescovo Visvaldas Kulbokas, continua a stare accanto a chi soffre, a chi piange i propri cari, a chi vive il dilemma di restare o partire per sempre.

L’ambulanza è per curare; il Giovedì Santo per accarezzare i piedi, lavarli e avvolgerli in un panno pulito; è vicinanza, servizio e quindi amore soprattutto per un popolo chiamato alla prova. Quando una persona ferita, ammalata o in difficoltà verrà portata sull’ambulanza, afferma il cardinale Krajewski, sentirà l’abbraccio e la consolazione del Papa, che vuole lavare e baciare i piedi di quei fratelli che stanno subendo l’ingiusta violenza della guerra.

L’elemosiniere trascorrerà tutta la Settimana Santa in quella nazione, incontrando la popolazione e celebrando il Triduo pasquale insieme alle comunità cristiane. Un gesto che è invito per tutta la Chiesa ad entrare nella Settimana Santa con gli atteggiamenti di umiltà e carità di Cristo, per giungere alla Pasqua di Risurrezione pienamente rinnovati nello Spirito, anche se intorno il rumore della guerra continuerà a far paura.

A leggerle oggi, ci si accorge di quanto siano profetiche e di conforto le parole del Papa nella Veglia di Pasqua 2021, quando il mondo era travolto dalla pandemia: «Sorella, fratello se in questa notte porti nel cuore un’ora buia, un giorno che non è ancora spuntato, una luce sepolta, un sogno infranto, vai, apri il cuore con stupore all’annuncio della Pasqua: “Non avere paura, è risorto! Ti attende in Galilea”. Le tue attese non resteranno incompiute, le tue lacrime saranno asciugate, le tue paure saranno vinte dalla speranza. Perché, sai, il Signore ti precede sempre, cammina sempre davanti a te. E, con Lui, sempre la vita ricomincia».

di Benedetta Capelli