Il Papa ricorda le crudeltà in Ucraina e incoraggia il Circolo Canottieri Tevere Remo

Il vero spirito sportivo prepara a non cadere nella tragedia della guerra

 Il vero spirito sportivo  prepara a non cadere  nella tragedia della guerra  QUO-082
09 aprile 2022

Ricordando le crudeltà in Ucraina, Papa Francesco ha affermato che il vero spirito sportivo — lontano dalle esasperazioni agonistiche e del profitto, e attento a quanti restano indietro — è una preparazione a non cadere nella tragedia della guerra. Il Pontefice lo ha detto ai soci del Circolo Canottieri Tevere Remo, ricevuti in udienza per i 150 anni di fondazione, sabato 9 aprile nella Sala Clementina. Ecco il suo discorso.

Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!

Ringrazio il vostro Presidente per le sue parole. Vi accolgo nel 150° di fondazione del Circolo Canottieri Tevere Remo. Una ricorrenza importante! Attraverso di voi rivolgo un cordiale pensiero alle vostre famiglie e a tutti coloro che fanno parte di questo antico sodalizio.

Questo anniversario offre l’occasione per riflettere sul significato e lo stile della vostra presenza nella società, a Roma e nel Lazio. Siete rappresentanti di una realtà sportiva, i cui soci gareggiano in più discipline, e questo evoca il movimento, il mettersi in cammino. È importante per ogni fascia di età, specialmente per i giovani, non fermarsi di fronte agli ostacoli della vita, ma superare le difficoltà con la tenacia, la fiducia in Dio e in sé stessi e nell’aiuto degli altri. Attraverso lo sport, siete chiamati a promuovere i valori del sano agonismo, dell’amicizia, della solidarietà. Si tratta di diffondere una cultura sportiva che concepisca la pratica dello sport non soltanto come fattore di benessere fisico, ma come ideale coraggioso, come strumento di crescita integrale della persona.

Nel corso degli anni, vi siete sforzati di proporre il vostro Circolo come palestra di formazione umana. Vi incoraggio a perseverare perché bambini, giovani e adulti possano coltivare, attraverso le varie discipline sportive, valori essenziali: l’amore per la verità e la giustizia, il rispetto del creato, il gusto della bellezza e della bontà, la ricerca della libertà e della pace. A volte il mondo dello sport sembra subire i condizionamenti delle logiche del profitto e dell’agonismo esasperato, che può degenerare anche in episodi di violenza. È compito anche delle realtà come la vostra testimoniare la forza morale dell’attività sportiva che, se vissuta rettamente, aiuta a stabilire buone amicizie e favorisce la costruzione di un mondo più sereno e fraterno, nel quale ci si sostiene e ci si aiuta a vicenda. E questo è importante, coltivare quella dimensione di “amatorialità”. Se uno sport non è amatoriale non è sport, manca qualcosa. Coltivare questa amatorialità per non cadere in interessi di altro genere.

Specialmente a voi, cari giovani atleti, auguro di praticare lo sport con lealtà e sano spirito agonistico. Vi aiuterà così ad affrontare la gara impegnativa della vita con coraggio e onestà, con gioia e serena fiducia nel futuro, fermandovi ad aspettare pazientemente chi è più lento e fa più fatica a camminare.

Il vostro presidente ha fatto due accenni che voglio riprendere adesso. Il primo è l’Ucraina. Noi non possiamo in questi giorni parlare di altre cose senza almeno ricordare, ricordare la crudeltà alla quale si può arrivare. Lo spirito sportivo, questo di amatorialità vostra, è una preparazione per non cadere in queste cose, coltivare l’amicizia umana ci prepara a non cadere in questa tragedia e pensare a quella gente che è vittima di questa tragedia. Grazie di aver menzionato l’Ucraina nel suo discorso.

Affido al Signore, per intercessione di Maria, Salus Populi Romani, l’intera famiglia del Circolo Canottieri Tevere Remo. Vi benedico e vi auguro ogni bene per la vostra attività. E la seconda cosa che ha detto il vostro Presidente non la dico perché ve l’ha detta lui: che voi preghiate per me. Grazie, ne ho bisogno, perché questo “sport” non è facile!

Con l’enciclica «Fratelli tutti» per bussola

Hanno scelto  come coordinate dell’attività sportiva le parole-chiave indicate da Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti: sviluppo, partecipazione, onestà, rispetto e trascendenza. E  con questa visione hanno coinvolto, in un’esperienza di inclusione, le persone con disabilità intellettiva che fanno riferimento a Special Olympics, insegnando loro a remare sulle canoe lungo il fiume Tevere. Con queste parole il presidente del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo, Daniele Masala — due ori olimpici e due ori mondiali nel pentathlon — ha presentato al Pontefice passato, presente e futuro di questa storica e radicata realtà sportiva e sociale romana. Ricordando anche la tragedia della guerra in Ucraina. In 150 anni, ha fatto presente Masala, il Circolo «non ha mai perso lo spirito di solidarietà e di promozione della persona». A fondarlo, nel 1872, Guglielmo Grant guardia nobile di  Pio IX. Il sodalizio, che subito si distinse anche per il salvataggio di persone durante le alluvioni del Tevere, vanta importanti vittorie sportive ed è stato il primo a praticare il canottaggio sul fiume che attraversa Roma. E non mancano pagine di storia: nel 1962, a bordo della barca “San Giuseppe due” Giovanni Aimone Cat prese il largo ad Anzio per vivere 30 mesi di navigazione scientifica e approdare nella penisola antartica.