Una «sbornia» firmata Ferri e Pasolini

 Una «sbornia» firmata Ferri e Pasolini   QUO-078
05 aprile 2022
Quanta bellezza può custodire una canzone. Di musica leggera, leggerissima, sempre più volatile nel passaggio dai vinili d’epoca alle playlist digitali, ma destinata a superare il tempo e lo spazio grazie a quell’energia misteriosa che acquistano le parole quando si sposano a una melodia, e forma e contenuto, senso e note si saldano come in una lega di metallo. Quando «la musica è sangue che scorre luminoso nelle vene, e l’anima vibra». È il caso di tante canzoni del repertorio folk trasformate in capolavori dalla voce roca e vibrante di Gabriella Ferri. Piccoli miracoli, lunghi non più di quattro, cinque minuti, nati spesso da incontri altrettanto fortuiti e miracolosi. Ne scegliamo uno, il più famoso: l’incontro (e la collaborazione) tra la Ferri e Pasolini. «Una sera Gabriella ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati