Attualità dell’opera fondata da san Giovanni Battista de La Salle

Educatori per vocazione

 Educatori per vocazione  QUO-078
05 aprile 2022

Giovanni Battista de La Salle ha contribuito, in maniera determinante, a dare risposta alla carenza di educazione popolare in Francia, tra la fine del 1600 e l’inizio del 1700, acquisendo un posto indiscusso nella storia della pedagogia. A oltre trecento anni dalla sua morte (1719-2019), l’istituto dei Fratelli delle scuole cristiane, da lui fondato, continua «con fedeltà creativa» la missione dell’educazione umana e cristiana della gioventù in ottanta paesi dei cinque continenti. I tempi di de La Salle, per alcuni aspetti e con le dovute proporzioni, hanno tratti molto simili a quelli attuali. È facile constatare oggi, come allora, una sorta di “eclissi di Dio”: molti vivono come se non dovessero mai morire o come se tutto dovesse finire con la morte; altri si comportano come se Dio non esistesse, giungendo persino a negare che ci sia spazio per Lui nel nostro mondo e nella vita degli uomini. Viviamo in una grande confusione circa le scelte fondamentali della vita e gli interrogativi su che cosa sia il mondo, da dove viene, dove andiamo, come dobbiamo vivere. Il relativismo diffuso generava allora, come oggi, instabilità, smarrimento, conformismo. Oggi il compito dei lasalliani e degli insegnanti che si ispirano al carisma educativo lasalliano consiste nel rispondere alle sfide educative del nostro tempo, puntando soprattutto sull’appassionato impegno di persone qualificate e disponibili a mettersi in gioco, da cristiani, per collaborare all’istruzione e all’educazione integrale delle nuove generazioni.

«[Dio] vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità» ( 1 Timoteo, 2, 4). Tutto l’impianto spirituale e pedagogico del de La Salle ha come fondamento il progetto divino della salvezza universale: Dio salva per mezzo di Gesù e della sua Chiesa. De La Salle propone agli insegnanti la misura alta e trascendente della vita intesa come vocazione. La vita cristiana comincia con una chiamata e rimane sempre una risposta, per tutta la vita. E ciò sia nella dimensione del credere, sia in quella dell’agire: tanto la fede, quanto il comportamento del cristiano sono corrispondenza alla grazia della vocazione. Dunque, quella dell’insegnante cristiano è, per de La Salle, una vocazione e una missione; la scuola, luogo di formazione integrale dei ragazzi, diventa via di crescita personale e di sviluppo sociale: «Ringraziate Dio della grazia che vi ha fatto chiamandovi alla missione di istruire i fanciulli e di portarli a vivere da cristiani» (Meditazioni per le feste dell’anno, 99, i ), e ancora: «Voi siete, per vocazione, chiamati a istruire i ragazzi; dovete perciò essere fortemente animati dallo spirito cristiano, per poterlo infondere in essi» (ibidem, 132, i ). La vocazione all’insegnamento, per de La Salle, costituisce un mezzo privilegiato per diffondere il Regno di Dio. La vocazione all’istruzione e all’educazione cristiana dei ragazzi è, per de La Salle, una professione “santa” e “sublime” e una delle più importanti e più necessarie alla Chiesa e alla società. Gli educatori cristiani, infatti, operano per mandato dei vescovi e dei genitori: «Dovete considerare la vostra professione come una delle funzioni più importanti e più necessarie nella Chiesa, a voi affidata dai suoi pastori, ma anche dai padri e dalle madri. Dovete considerarvi onorati che la Chiesa vi abbia destinato a una professione così santa e così sublime» (ibidem, 199, i ).

La missione educativa, per san Giovanni Battista de La Salle, rappresenta un autentico “ministero” della Parola. Esso consiste nell’educare alla fede, seguendo l’esempio di Gesù, degli apostoli e dei vescovi, loro successori. Gli insegnanti cristiani, in quanto “discepoli di Gesù”, hanno la missione di annunciare apertamente il Vangelo con fede e zelo. Per questo, utilizzando il linguaggio teologico di san Paolo, de La Salle non esita a definire gli educatori “ministri” e “amministratori” dei misteri divini. Gli insegnanti sono “ambasciatori” di Gesù, che parlano in suo nome ed esercitano con fedeltà il ministero della Parola come suoi rappresentanti. «Gesù vuole perciò che gli alunni ravvisino in voi egli stesso e accolgano i vostri insegnamenti “come se Dio li esortasse per mezzo vostro”. È ovvio che voi per primi dovete essere convinti che Cristo-verità parla per bocca vostra e che è in nome suo che li istruite, perché è proprio lui che vi ha dato autorità su di loro» (ibidem, 195, ii ). Il de La Salle paragona la missione dell’educatore cristiano a quello del sacerdote: entrambi, per vocazione, compiono il rispettivo ministero per la propria santificazione e per quella delle persone affidate alle loro cure pastorali. De La Salle si spinge perfino a paragonare la missione dell’educatore a quella del vescovo, in quanto entrambi hanno la responsabilità pastorale di un gruppo di anime, infinitamente care a Dio e delle quali dovranno renderne conto.

Gli insegnanti cristiani, secondo de La Salle, svolgono un autentico apostolato, consumando la vita nell’esercizio del proprio ministero educativo, rispondendo con zelo ardente alla chiamata di Dio per “lavorare nella sua vigna” alla salvezza delle anime dei ragazzi: «La vostra missione apostolica ha per fine la salvezza delle anime: la prima vostra cura sia dunque quella di procurarla loro, nel limite del possibile. Dovete imitare “Dio che ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Giovanni, 3, 6). La stessa cosa dovete fare voi nell’esercizio del vostro ministero, se siete animati da vero zelo per la loro salvezza» (Meditazioni per le feste dell’anno, 201, iii ). De La Salle esorta insistentemente gli educatori a farsi carico dell’accompagnamento spirituale dei ragazzi, soprattutto di quelli più ignoranti e indisciplinati. Gli educatori, chiamati a procurare la salvezza delle anime degli alunni, per riuscire nell’opera di Dio e produrre frutti copiosi, hanno bisogno di una preparazione lunga e accurata per lavorare esclusivamente allo scopo di procurare la gloria di Dio: «Voi siete stati chiamati da Dio a compiere una missione che vi impegna a lavorare alla salvezza delle anime: dovete perciò prepararvi, con una lunga pratica, a rendervi degni di un ufficio così santo e a mettervi in condizione di produrre grandi frutti» (Meditazioni per le domeniche dell’anno, 7, i ). Il de La Salle non fa differenza tra l’impegno degli educatori per salvare la loro anima e quella degli alunni loro affidati; dedicare la propria vita per procurare la salvezza degli alunni è assicurare anche la salvezza della propria anima. De La Salle non si nasconde le difficoltà che si possono incontrare nell’educazione cristiana dei ragazzi; per questo invita gli educatori a contrastare lo spirito del mondo con una vita virtuosa, con la preghiera e con coraggio indomito.

Di fronte al degrado morale e religioso del suo tempo, de La Salle esorta gli educatori cristiani a pregare per gli alunni affidati da Dio alle loro cure. Il monito del santo si rivela drammaticamente attuale anche oggi di fronte all’“allarme educativo”, conseguenza della crisi della famiglia, del relativismo etico e della ricerca spasmodica del benessere individuale a ogni costo.

Per de La Salle l’amore alla preghiera e la pratica dei sacramenti sono i due mezzi più sicuri che l’educatore cristiano deve tener sempre presenti nell’educazione cristiana dei suoi alunni. Educare cristianamente significa orientare gli studenti a crescere autenticamente come persone, capaci di aprirsi progressivamente alla realtà e di confrontarsi costantemente con la persona di Gesù e con il suo insegnamento. Si rivela allora particolarmente importante la vicinanza che può essere assicurata dagli educatori, capaci di offrire agli alunni la bellezza della persona di Gesù e far innamorare di Lui, del suo stile di vita, della sua libertà, del suo grande amore. Il successo dell’educatore cristiano è proporzionale alla pratica della vita cristiana da parte dei suoi alunni. L’educatore è un vero apostolo se, oltre a essere un maestro, saprà testimoniare quello in cui crede. Per questo de La Salle raccomanda all’educatore di essere modello per gli alunni, come Gesù lo è stato per gli apostoli.

di Donato Petti