Il cardinale Giovanni Battista Re celebra le esequie di Maria Romana De Gasperi

Testimone cristiana
del nostro tempo

 Testimone cristiana del nostro tempo  QUO-075
01 aprile 2022

Lucidissima fino alla fine, si era tenuta informata anche dell’invasione dell’Ucraina. L’illustre e illuminata personalità di Maria Romana De Gasperi Catti, figlia primogenita di Alcide De Gasperi — deceduta, mercoledì 30 marzo, nella sua casa romana all’età di 99 anni — è stata ricordata dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del collegio cardinalizio, che ne ha officiato le esequie, tenutesi nella parrocchia di S. Chiara, nella mattina di venerdì primo aprile.

«La morte per un cristiano — ha affermato il porporato nell’omelia — non è soltanto un fatto naturale, un evento ineluttabile». La morte è anche «un incontro», il più alto e il più importante: ovvero, l’incontro con Dio. «I nostri giorni infatti — ha sottolineato il cardinale Re — non sono una corsa verso il nulla. C’è una vita oltre la morte. La morte è la porta che apre il cammino verso la vita con Dio e con le persone care a cui siamo stati legati con i nostri affetti su questa terra. La nostra vita non termina nella tomba, ma nella casa del Padre». Queste certezze hanno «illuminato» l’intera esistenza di Maria Romana De Gasperi e ne hanno rappresentato «l’orizzonte». Ella è stata anzitutto una donna di fede: alla luce di essa ha giudicato eventi ed esperienze, ha accolto i giorni lieti e i giorni amari. «I giorni di sofferenza — ha rammentato il porporato — per le gravi difficoltà che suo padre dovette affrontare. Poi la colpì il tremendo dolore per la morte di due dei suoi tre figli: Giorgio, deceduto giovanissimo per un incidente di moto e Maurizio, che ha lasciato questo mondo dopo una lunga malattia». Vi è stata poi la morte del marito, avvenuta quindici anni fa.

La fede di Maria Romana era «salda come le rocce del trentino»: profonda e senza frange, come quella di suo padre. Ella, oltre che una testimone cristiana del nostro tempo, è stata «una donna di valore e di grandi valori umani e cristiani», sapendo valorizzare i talenti ricevuti da Dio. Terminata la guerra, quando De Gasperi divenne presidente del Consiglio dei ministri, Maria Romana fu sua segretaria, bravissima dattilografa e stenografa. «Una segretaria — ha evidenziato il porporato — che non ricevette nessun stipendio dallo Stato, perché il padre riteneva non giusto che nella medesima famiglia confluissero due stipendi statali anche se a lavorare erano in due». Questo particolare, ha messo in rilievo il cardinale Re, dice molto del «senso dello Stato» di Alcide, il quale fu «uno statista di limpida onestà, rettitudine e senso di responsabilità, che mise sempre il bene del Paese al di sopra degli interessi personali e di partito».

Nel lavoro Maria Romana non risparmiava fatiche e il suo cuore — come diceva ella stessa al porporato — era pieno di gioia e di entusiasmo perché vedeva che, grazie all’impegno di suo padre, «l’Italia rinasceva visibilmente dalle macerie della guerra e molte cose cominciavano a ripartire e a crescere». Vicina al padre nei momenti cruciali della storia della Repubblica italiana, Maria Romana, dopo la sua morte, dedicò la propria vita a divulgare l’opera svolta da Alcide e soprattutto i suoi ideali e i suoi valori, la sua visione della politica e anche la sua tempra, come pure «lo spirito che lo animò nel prodigarsi per la rinascita dell’Italia». Maria Romana (nobile il suo impegno come crocerossina volontaria negli ospedali di Roma per quasi un trentennio) è stata — ha sottolineato con forza il cardinale Re — «paladina» di valori e ideali volti a promuovere «una cultura di unità fra i popoli e il rispetto dei diritti». Negli anni difficili del dopoguerra, Maria Romana ha reso un grande servizio al Paese, e la nomina a Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, conferitale dal presidente Sergio Mattarella un anno fa, era «quanto mai giusta». «Fu un gesto che merita sincero apprezzamento» ha dichiarato il cardinale Re.