La tenacia

C’è profumo di Russia nel libro Foglie sparse di Alessandra Jatta, un profumo che viene da vicende lontane ma che si sente anche oggi in un romanzo che racconta e ricorda guerre, rivoluzioni, oppressioni e privilegi di una terra e di un tempo lontano.
È la storia di una famiglia, o meglio, delle tre donne di una famiglia appartenenti all’aristocrazia nella Russia prima della rivoluzione, di Lenin e dei bolscevichi, della “terra ai contadini”, della cacciata dello zar, dell’esodo della grande nobiltà.
È la storia di una fuga che comincia nell’agosto del 1917, qualche mese prima dalla presa del Palazzo d’inverno; di una donna, Olga Pavlovna, che nella sua grande villa in campagna dove vive in una opulenza riparata e sicura, capisce tuttavia che un’era è finita e cerca di salvare la sua famiglia e i suoi figli. Lo vede con chiarezza: il suo mondo crolla e un altro, che non le appartiene, occupa spazi sempre più vasti.
Il viaggio della bisnonna e dei suoi cinque figli, fra cui la nonna dell’autrice, diventa un’occasione straordinaria per raccontare un mondo che sta per essere sommerso dalle macerie, la famiglia Olsufiev, i rapporti e gli intrecci con i Romanov, la dinastia dello zar, l’affascinante vita dei privilegi, della ricchezza, della cultura e della tradizione ma, soprattutto, la determinazione delle donne della famiglia a portare in salvo quel che resta di un mondo antico e oramai sommerso da altre priorità, altri principi, altri valori.
Il racconto di questo mondo, sfavillante e all’apparenza immodificabile, che l’autrice fa raccontare dalla madre e dalle due tate ai cinque bambini durante il lungo viaggio che deve avvicinarli al padre, intriga e travolge il lettore proprio perché lontano, irripetibile, definitivamente perduto. Olga Pavlovna ne è consapevole, per questo nel dramma che la travolge rimane ferma nella difesa di ciò a cui non può rinunciare: i suoi figli, la sua cultura, i suoi ricordi.
In qualche modo li metterà in salvo e un giorno riporterà le memorie del passato che fu in un quaderno. Sono note — scrive — «trasportate in balia del vento, sollevate dalla tempesta… Foglie d’inverno, strappate al bell’albero un tempo così forte. Tutte secche, pronte a cadere insieme al Grande Paese…».
E noi le leggiamo con il rispetto e la curiosità che si deve ai ricordi di una storia passata e ai vinti che di quella storia sono stati protagonisti, ma soprattutto ad una forza femminile che dovunque si collochi non accetta di rimanere nascosta.
di Ritanna Armeni