Vietato calpestare i sogni

 Vietato calpestare i sogni  QUO-075
01 aprile 2022

È la stessa “divisa” da lavoro con cui hanno poi servito i poveri in piazza San Pietro — offrendo «un pranzo, per condividere con i suoi poveri un momento di unione» — il «piccolo dono simbolico» che la Fondazione italiana autismo ha consegnato stamane a Papa Francesco. Di questa realtà che riunisce le associazioni di genitori, di ragazzi disabili, di scuole con l’obiettivo dichiarato di lavorare «per il benessere di minori e adulti con autismo», fa parte anche don Andrea Bonsignori, direttore del Cottolengo di Torino. Uno dei suoi ex alunni, Filippo Miserere, vent’anni, studente universitario di lettere nel capoluogo piemontese, ha testimoniato davanti al Papa l’esperienza di «un modo di vivere diverso, attraversato da tante difficoltà, talvolta dalla necessità di dover essere seguiti, accompagnati da una o più persone» e «di non essere lasciati soli». Da qui la gratitudine al Papa «per farci sentire la sua voce — ha detto il giovane —, che è la voce di moltissime persone, che voce non hanno».

Filippo ha ricordato come lui sia «stato seguito e accompagnato attraverso un lungo percorso che ha tenuto conto» delle sue «particolarità, di un modo diverso di vedere le cose e rapportarsi alle persone». Una “particolarità” per la quale «alcuni degli amici non sono» neanche «in grado di parlare». Il giovane ha poi fatto riferimento alle «famiglie, che ci accompagnano quotidianamente»; agli educatori e insegnanti «essenziali per far emergere e valere le nostre unicità»; e ai “datori di lavoro” che per Filippo e i suoi amici «rappresentano una prospettiva, vera; perché il lavoro è dignità e realizzazione».

L’udienza si è svolta alla vigilia della Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo, che ricorre il 2 aprile per far capire — ha detto ancora il ragazzo — che «desideriamo vivere la nostra vita appieno». Perché, ha sottolineato, «il nostro è un mondo diverso, fatto anche di solitudine e di fatica, che si scontra con tanta ignoranza e indifferenza. Ma siamo parte di questa società e vogliamo rivendicarlo». Per «superare insieme le difficoltà che la vita presenta e che ci condizionano — ha rimarcato riferendosi alla tragica attualità del conflitto in Ucraina —; come in questi giorni di guerra, violenta e insensata, che coinvolge fratelli e sorelle molto vicino a noi, incolpevoli, su entrambi i fronti». Del resto, ha aggiunto, «alcuni di noi credono, altri forse non ne hanno la possibilità, ma tutti sentiamo l’importanza della carezza dell’amore di Dio».

Infine Filippo ha rivendicato davanti al Pontefice «la fortuna di poter parlare senza intermediari, senza etichette, perché noi siamo così, semplici, ma spesso fraintesi», ha concluso.

Tra i doni offerti al Papa una pizza dal nome francescano “cantico delle creature” e un grembiule rosso da pizzaiolo con su scritto «nutriamo l’inclusione vietato calpestare i sogni». A spiegarne il significato è Nico Acampora presidente di pizzAut, locale che da Milano vuole mandare un messaggio: «quello che tutti possono e devono lavorare — spiega —. Ci hanno detto che era impossibile, che era solo un sogno di noi genitori. E invece eccoci qui». La vittoria più bella? «un ragazzo con mutismo selettivo — confida Acampora — che adesso fa il cameriere e prende le comande ai clienti». Dopo l’udienza il food track (furgone ristorante) di PizzAut ha iniziato a sfornare tranci nei pressi di piazza San Pietro, mentre gli amici di Breakcotto, altra realtà legata alla Fondazione, preparavano panini per i più poveri.

«Le persone con autismo che oggi hanno cucinato sono un bell’esempio di come “il samaritano — come ha detto il Papa — può essere la stessa persona con autismo”», ha commentato Vittorio Scelzo, del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. «È un gesto nello stile e nello spirito della campagna #IamChurch e che ci ricorda che la partecipazione attiva delle persone con disabilità alla vita della Chiesa è un vantaggio per tutti».