
28 marzo 2022
Nell’edizione degli Oscar che, almeno sulla carta, sottolinea più di ogni altra la crisi creativa del cinema americano di oggi, con una lunga lista di candidati a miglior film occupata quasi per metà da remake, è in fondo giusto che vinca per l’appunto un remake. Perché se l’albo d’oro degli Oscar è piuttosto irrilevante dal punto di vista del peso artistico — davvero troppi i nomi dei grandi maestri ad esserne esclusi — è viceversa sempre stato utile per tastare il polso all’industria cinematografica statunitense. Risulta dunque persino salutare il fatto che Hollywood guardi in faccia alla piaga che la attanaglia ormai da un ventennio, ovvero la mancanza di idee in sede di scrittura di un progetto, e addirittura la celebri dal suo pulpito ufficiale quasi fosse un nuovo stile, o quanto meno una ...
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