Ricordo del professor Fabrizio Bisconti, maestro e testimone

Punto di riferimento obbligatorio e ineludibile

 Punto di riferimento obbligatorio e ineludibile  QUO-067
23 marzo 2022

Ha suscitato grande sconcerto, emozione e profondo cordoglio l’improvvisa notizia della scomparsa del professo Fabrizio Bisconti, Soprintendente Archeologico alle Catacombe della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.

Nato nel 1955 a Orbetello, in Toscana, aveva conseguito dapprima la laurea in materie letterarie presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza, con una tesi in Letteratura cristiana antica, specializzandosi, in seguito, presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, proprio in Archeologia cristiana, con uno studio sull’iconografia dei mestieri e delle professioni dell’antichità. Gran parte della sua attività di studio e ricerca si è mossa proprio nell’ambito dell’iconografia cristiana, approfondendo inizialmente il linguaggio simbolico e quindi le diverse rappresentazioni più emblematiche dell’arte cristiana antica, quali, ad esempio, le immagini della Fenice e di Orfeo citaredo.

A livello accademico le sue straordinarie competenze lo hanno condotto ad assumere la cattedra di Archeologia tardoantica e di Iconografia cristiana e medievale presso l’Università degli Studi Roma Tre. Contemporaneamente ha insegnato le stesse discipline presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana. Con la sua riconosciuta autorevolezza nel settore degli studi archeologici e iconografici fu cooptato quale membro effettivo della Pontificia Accademia Romana di Archeologia e come Socio corrispondente dell’Istituto archeologico germanico.

Il suo insegnamento ha suscitato sempre grande coinvolgimento tra gli studenti che lo hanno avuto come maestro nelle loro ricerche, stimolati dalla sua sincera passione per la materia e dall’entusiasmo che trasmetteva con il suo eloquio vivace, incisivo e quasi travolgente. Ma il suo fondamentale impegno si è sviluppato per oltre trent’anni all’interno della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, di cui è stato dapprima Segretario, dal 1994 fino al luglio 2009, quando ha assunto la carica di Soprintendente Archeologico alle Catacombe. In questi tre decenni si è prodigato sia nelle attività di scavo e restauro dei monumenti catacombali sia nella pubblicazione e divulgazione dei risultati delle sue ricerche.

La sua presenza nella Commissione ha determinato un significativo progresso nelle attività di scavo archeologico, in cui ha coinvolto generazioni di studenti, così come nelle opere di restauro di numerosi cicli di affreschi. Tra le prime campagne di scavo ricordiamo quella particolarmente significativa della catacomba di Via Latina 135, dove venne alla luce un nuovo complesso ipogeo. Suggestiva fu anche quella di Villa San Faustino a Massa Martana, in Umbria, dove dagli scavi emersero i resti della basilica paleocristiana, attigua alle catacombe. In tempi recenti sono da citare lo scavo e il restauro del Cubicolo di Orfeo nella Area i di San Callisto, dove sono emersi dati importanti per una nuova considerazione cronologica della frequentazione dell’area cimiteriale. Proprio in questi giorni si era riaperto, sotto la sua guida, il cantiere scuola della catacomba di Priscilla, che da diversi anni viene frequentato con grande interesse da numerosi studenti dell’Università Roma Tre.

Grazie al suo impulso e alla sua specifica competenza iconografica sono stati più di settanta gli ambienti catacombali affrescati sottoposti ad attenti restauri, che hanno visto anche l’evolversi della metodologia e delle tecnologie adottate, tra cui, negli ultimi anni, soprattutto la tecnologia laser che ha permesso di riportare alla luce interi programmi decorativi, prima totalmente occultati dalla patina del tempo. Si pensi alle scoperte effettuate in questo ambito nel cubicolo degli Apostoli nella catacomba di S. Tecla o agli stupendi affreschi emersi negli ipogei di Via Dino Compagni e in quello degli Aureli, come pure nelle catacombe di Marcellino e Pietro e di Priscilla. I risultati eccezionali ottenuti in questi ambiti gli hanno consentito di approfondire e aggiornare gli studi iconografici, apportando novità di grande rilievo.

Tra le numerose attività del professor Bisconti, non va dimenticata l’attenzione a rendere fruibile il materiale emerso dagli scavi a quanti più visitatori e studiosi. A tal proposito ha voluto promuovere l’allestimento di diversi Musei collegati alle catacombe e che oggi rappresentano un fiore all’occhiello della Commissione di Archeologia Sacra: pensiamo al doppio museo di Pretestato, al suggestivo allestimento di quello di Domitilla, come anche a quello della Torretta presso S. Callisto. Ma proprio accanto alla basilica dove sarà salutato per l’ultima volta, San Sebastiano sull’Appia antica, sorge uno straordinario museo dei sarcofagi, recentemente restaurati e valorizzati con un nuovo allestimento.

A lui si devono numerosissime pubblicazioni, sia saggi sia volumi monografici centrati sempre sui temi iconografici presenti nelle pitture delle catacombe. Molteplici sono stati gli articoli composti proprio per «L’Osservatore Romano», al fine di divulgare e rendere più “popolare” il mondo complesso ma sempre affascinante delle catacombe e delle storie dei martiri, ai quali era particolarmente legato essendo anche Magister della Pontificia Accademia Cultorum Martyrum.

Rimarrà sempre, sia per la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra sia per tutti gli studiosi della materia, un punto di riferimento obbligatorio e ineludibile, da cui trarre ispirazione e da cui lasciarsi incoraggiare proprio attraverso il suo entusiasmo mai sopito e la sua viva passione per il primitivo mondo cristiano. La sua figura è stata quella di un vero maestro e testimone, che ha introdotto una folla di studiosi, di discepoli e di visitatori nel mirabile orizzonte delle catacombe, sempre con la sua finezza di spirito, la sua grande creatività e passione intellettuale.

di Gianfranco Ravasi