Ungaretti e il Primo conflitto mondiale

Il riscatto vitale contro l’annullamento dell’uomo

 Il riscatto vitale  contro l’annullamento dell’uomo  QUO-065
21 marzo 2022
Alla vigilia della Prima guerra mondiale, Giuseppe Ungaretti era, insieme a tanti intellettuali e artisti, italiani ed europei, un convinto interventista. Poi ha fatto la guerra. E l’ha fatta fino alla fine, sempre da soldato di truppa, sempre in prima linea. Il poeta ha vissuto la terribile guerra di trincea e proprio nel fango delle trincee ha scritto le meravigliose poesie de Il porto sepolto. Letteralmente, a pochi metri dal nemico, ha scritto versi memorabili, che non parlano solo del contesto bellico, ma dell’uomo in quanto tale di fronte all’assoluto (la vita, la morte, il mistero che le avvolge). Ma cosa accade a un poeta di fronte alla guerra? La poesia, l’impulso di “cantare” le storie della vita e di interrogarsi, esiste da sempre. Come purtroppo, da sempre esiste anche la guerra. Omero nell’Iliade, racconta una storia di ...

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