Lo certifica l’Istat nel rapporto «Dinamica Demografica»

In Italia mai così poche nascite dal 1861

 In Italia mai così poche nascite dal 1861  QUO-060
14 marzo 2022

Una timida ripresa negli ultimi mesi del 2021 non basta a far superare all’Italia quell’“inverno demografico” che tanto preoccupa Papa Francesco.  Alle fine dello scorso anno, infatti, la popolazione italiana residente è diminuita di 253.000 persone, pari al meno 0,4% rispetto al 2020. È quanto rivela il rapporto Istat «Dinamica Demografica nel 2021».

Allarma soprattutto la diminuzione delle nascite che, per la prima volta dall’unità d’Italia, scendono sotto le 400.000 unità in un anno, per una riduzione complessiva dell’1,3%. Il calo rispetto al picco più recente, risalente al 2008, è di quasi il 31%. È l’onda lunga della pandemia, che ha causato un aumento della mortalità non compensato dalla nascita di nuovi bambini. Dall’arrivo del coronavirus la popolazione italiana si è infatti ridotta di quasi 616.000 persone e nemmeno l’aumento del 2,7% del tasso migratorio (più 156.000 persone rispetto al 2020) è riuscito a mitigare sensibilmente questo deficit negativo.

Solo la provincia di Bolzano registra un aumento delle nascite (più 123) mentre le regioni che più vedono peggiorare il tasso naturale tra decessi e nascite sono il Molise (meno 9,5 per mille), la Calabria (meno 5,4) e la Lombardia (meno 4,0). Il deficit si è sentito principalmente nei primi mesi del 2021 ed è da riferirsi alla posticipazione dei piani di genitorialità dovuti all’incertezza causata dal lockdown. Un trend che diventa positivo solo negli ultimi due mesi del 2021, rispettivamente più 6,8% e più 13,5% in confronto a novembre e dicembre del 2020. Tra le note positive c’è il numero di matrimoni, che è raddoppiato rispetto al 2020. Sono stati, secondo dati provvisori, 179.000. Un dato che fa per sperare per il futuro, anche se sono ancora inferiori del 2,7% rispetto al 2019.

Papa Francesco, che aveva partecipato all’edizione degli Stati Generali sulla natalità, lo scorso 26 dicembre aveva definito una «preoccupazione vera» il crollo della natalità in Italia. Una «tragedia», aveva detto, perché sembra che tanti abbiano perso «l’aspirazione di andare avanti con figli e tante coppie preferiscono rimanere senza o con un figlio soltanto». «È la vera questione sociale — afferma ai media vaticani Gigi De Palo, presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari e della Fondazione per la natalità — perché se crolla la natalità, a cascata crolla il sistema pensionistico, crolla il welfare, il sistema sanitario gratuito come lo abbiamo oggi in Italia». Il Forum si riunirà domani a Milano per presentare la seconda edizione degli Stati generali su questo tema, che si svolgerà a maggio a Roma.

di Michele Raviart