Francesco entra nel decimo anno di pontificato

Il Papa del dialogo
sul cammino dell’evangelizzazione

 Il Papa del dialogo  sul cammino dell’evangelizzazione  QUO-059
12 marzo 2022

È la pazzia della guerra, divampata tra Russia e Ucraina il 24 febbraio scorso, a connotare tristemente il giorno in cui ricorre il nono anniversario di Pontificato di Francesco, eletto il 13 marzo 2013. «La guerra è una pazzia», ha ripetuto più volte il Papa deplorando lo scorrimento di fiumi di sangue e lacrime e invocando l’apertura di veri corridoi umanitari. Ma alla «pazzia della guerra», Francesco invita a rispondere sempre con la «follia dell’Amore» evangelico che «riempie il cuore e la vita intera» di chi incontra Gesù.

Gli appelli per la pace

Percorrendo a ritroso quasi un decennio di Pontificato di Bergoglio, tutto ciò appare evidente. Il 2021 si è aperto e chiuso all’insegna dell’invocazione della pace, soprattutto grazie a due viaggi apostolici: a marzo quello in Iraq e a dicembre quello a Cipro e in Grecia. In entrambe le trasferte, Francesco ha invitato a lottare contro la violenza e a tornare alle sorgenti di umanità e fraternità. Parole ribadite anche a settembre, a Budapest e in Slovacchia, dove il Papa ha condannato ogni forma di distruzione della dignità umana.

La pandemia e l’esortazione alla fraternità

Il 2021 è legato a filo doppio con il 2020 dalla pandemia da Covid-19. Francesco esorta costantemente alla liberalizzazione dei brevetti dei vaccini e invita il mondo ad affidarsi al Signore. «Abbracciare la sua Croce — dice nella “Statio Orbis” del 27 marzo 2020 — significa permettere nuove forme di fraternità». Ed è proprio la fraternità il termine racchiuso nella Fratelli tutti, la terza enciclica del Pontefice firmata il 3 ottobre di due anni fa ad Assisi. Una lettera che richiama all’amicizia sociale e dice no alla guerra.

La lotta agli abusi

Anche nel 2019 risuona la parola fraternità, con il Documento sulla Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune, firmato ad Abu Dhabi dal Papa e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad al-Tayyib. Il testo condanna violenza e terrorismo e rappresenta una tappa fondamentale nelle relazioni tra cristianesimo e islam. A connotare il 2019, tuttavia, c’è anche la lotta agli abusi: a febbraio, in Vaticano, si tiene un incontro sulla protezione dei minori che porta sia alla stesura del Motu proprio Vos estis lux mundi, con cui si stabiliscono nuove procedure per assicurare che vescovi e superiori religiosi rendano conto del loro operato, sia all’abolizione del segreto pontificio per i casi di abusi sessuali. Il 20 agosto 2018, inoltre, il Papa scrive una Lettera al popolo di Dio in cui ribadisce la via della verità, giustizia, prevenzione e riparazione dagli abusi, rimarcando la vicinanza della Chiesa alle vittime.

I poveri, la misericordia e la salvaguardia del Creato

A risuonare maggiormente nel 2017, invece, è la parola “poveri”, con la prima “Giornata mondiale” loro dedicata. La ricorrenza viene indetta dal Papa con la lettera apostolica Misericordia et misera che conclude il Giubileo straordinario della misericordia, svoltosi nel 2016 in modo “diffuso”, ovvero con una Porta Santa aperta in ogni chiesa del mondo. La salvaguardia del Creato è il tema portante del 2015, evidenziato dall’enciclica Laudato si’ - Sulla cura della casa comune e dall’istituzione della Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato. Entrambi gli avvenimenti richiamano alla necessità di promuovere un’ecologia integrale che metta insieme cura per l’ambiente ed equità per i poveri.

L’importanza della famiglia

Tra il 2015 e il 2014, invece, il focus del Pontificato è la famiglia, cui Francesco dedica due Sinodi, uno straordinario e uno ordinario, dai quali emerge la preoccupazione del Papa per gli attacchi contro la famiglia perpetrati dalla società contemporanea, sempre più individualistica. Come antidoto a questa tendenza, nell’Esortazione Apostolica Amoris laetitia del 2016, il Papa richiama la bellezza della famiglia basata sul matrimonio indissolubile tra uomo e donna. Tale importanza verrà sottolineata poi da uno speciale Anno della Famiglia - Amoris Laetitia che si concluderà il prossimo giugno a Roma, con  il decimo Incontro mondiale delle famiglie.

Le novità

Il 2013 è l’anno delle novità. Esemplare è il nome per il quale Bergoglio opta, ovvero Francesco: prima di lui, nessun Pontefice lo ha mai scelto, così come nessun Papa è stato membro della Compagnia di Gesù, né originario dell’America Latina, né, in tempi moderni, eletto dopo la rinuncia del suo predecessore. La condivisione impronta lo stile di Bergoglio nel governo della Chiesa universale: nel 2013, il Papa istituisce un “Consiglio di Cardinali” con il compito di aiutarlo nel suo operato e di studiare la revisione della Costituzione apostolica Pastor bonus sulla Curia Romana, firmata nel 1988 da Papa Wojtyła. Il documento, dal titolo provvisorio Praedicate evangelium, è tuttora in preparazione.

La riforma della Chiesa

L’attuale Pontificato guarda molto alla riforma della Chiesa: nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium del 2013, Francesco auspica un rinnovamento delle strutture ecclesiali in senso missionario, anche in ambito economico. Basti citare il motu proprio Circa alcune competenze in materia economico-finanziaria, con il quale la gestione di fondi e immobili della Segreteria di Stato viene trasferita all’Apsa e si rafforza il ruolo di controllo della Segreteria per l’Economia. Ferma anche la lotta alla corruzione per la trasparenza nella gestione della finanza pubblica. In ambito pastorale, poi, il Papa rafforza il ruolo dei laici e delle donne nella vita ecclesiale: nel 2018 Paolo Ruffini è il primo laico a essere nominato prefetto, a guida del Dicastero per la Comunicazione, mentre nel 2021, suor Nathalie Becquart viene nominata prima donna sotto-segretario del Sinodo dei vescovi, e i motu proprio Spiritus Domini e Antiquum ministerium, modificano i ministeri laicali di lettorato e accolitato, istituendo anche quello di catechista. Di rilievo inoltre la costituzione apostolica Pascite gregem Dei, relativa alle sanzioni penali nella Chiesa.

I migranti e la cultura dell’incontro

Nel Pontificato di Francesco spiccano, poi, l’attenzione ai migranti, resa emblematica dal viaggio a Lampedusa nel 2013 e dalle due visite a Lesbo nel 2016 e nel 2021; nonché la promozione della “cultura dell’incontro”, messa in luce, ad esempio, nel 2014 dall’impegno in prima persona del Papa per l’allacciamento delle relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti d’America e Cuba. Anche ora, in questi difficili tempi di guerra in Ucraina, il Papa non si è risparmiato nell’operare per un confronto pacifico tra le parti, recandosi personalmente all’ambasciata russa presso la Santa Sede e telefonando al presidente ucraino Zelensky. Centrale è, inoltre, la promozione dell’unità dei cristiani, caratterizzata da tre gesti storici: l’incontro con Kirill, Patriarca di Mosca e di tutta la Russia nel 2016; il dono di alcuni frammenti delle reliquie di san Pietro al Patriarcato ecumenico di Costantinopoli nel 2019, e le scuse per gli errori commessi dai cattolici presentate ad Atene, nel 2021, al primate della Chiesa ortodossa greca, Ieronymos.

La sinodalità e la cura per gli anziani

Grande, poi, è l’attenzione alla sinodalità, anch’essa rinnovata: l’Assemblea del 2023, dal titolo Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione, sarà preceduta per la prima volta da un percorso triennale fatto di ascolto, discernimento, consultazione e suddiviso in tre fasi: diocesana, continentale, universale. Fondamentale per il Pontefice è anche valorizzare gli anziani, senza cedere alla «cultura dello scarto» che considera le persone solo in base alla loro produttività. E proprio pensando alla terza età, Francesco istituisce la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, la cui prima edizione si è tenuta lo scorso luglio. Alla vecchiaia il Papa sta pure dedicando l’attuale ciclo di catechesi, iniziato il 23 febbraio 2022.

I viaggi apostolici

Finora, Francesco ha compiuto 36 viaggi internazionali e 25 in Italia, mentre per il 2022 sono già state annunciate le visite a Malta dal 2 al 3 aprile e nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan, dal 2 al 7 luglio. Ancora una volta, è la riconciliazione a spiccare nell’operato del Papa: a questi due ultimi Paesi africani segnati da conflitti e violenze, infatti, il Pontefice ha dedicato, già nel 2017, una celebrazione di preghiera per la pace.

La riconciliazione

Per i leader del Sud Sudan, poi, ad aprile 2019 il Papa ha organizzato un ritiro spirituale, al termine del quale si è inginocchiato e ha baciato i piedi alle personalità presenti. Un gesto senza precedenti, per «implorare che il fuoco della guerra si spenga una volta per sempre». Quelle parole di tre anni fa sembrano scritte oggi per l’Ucraina, rendendo drammaticamente attuale un passo della Fratelli tutti: «La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità» e la riconciliazione «esige l’impegno di tutti».

di Isabella Piro