Il tema della settimana

Dieci nuovi santi

 Dieci nuovi santi  QUO-057
10 marzo 2022

Come è stato comunicato, il prossimo 15 maggio verranno canonizzati dieci beati. Il rito di canonizzazione che conclude il maggior numero di cause di sempre, viene celebrato nel Tempo liturgico di Pasqua.

Tale scelta ha un suo valore simbolico e spirituale, in quanto nel tempo pasquale, come in un’unica grande domenica di cinquanta giorni si celebra il Cristo Risorto, passato dalla morte alla vita e perennemente presente nella Chiesa, la vivifica e la santifica con la grazia sgorgata dal suo cuore aperto sulla croce e con lo Spirito, alitato la sera di Pasqua sulla comunità apostolica ed effuso nella Pentecoste.

I futuri santi ci ricordano come la contemplazione del volto di Gesù morto e risorto ricompone la nostra umanità anche quella frammentata per le fatiche della vita o segnata dal peccato e ci invitano, come scrive il Papa nell’esortazione apostolica Gaudete et exultate a «non addomesticare la potenza del volto di Cristo» (n. 151).

Essi nella diversità delle loro esperienze di vita, del loro ministero e nel loro cammino spirituale si aggiungono al ricco mosaico dei testimoni della fede che rivelano la bellezza del Cristo Risorto.

Tra i prossimi santi ci sono i martiri come il carmelitano Tito Brandsma, ucciso nel campo di concentramento di Dachau nel 1942. In quanto giornalista negli anni del secondo conflitto mondiale e della persecuzione nazista continuò, nonostante le minacce, a visitare le redazioni dei giornali cattolici per portare le indicazioni dell’episcopato olandese incoraggiando i direttori a resistere alle pressioni naziste.

Accanto alla testimonianza di un religioso splende la figura di un altro martire, un laico, che insieme a sua moglie si convertì alla fede cristiana. Si tratta di Lazzaro detto Devasahayam. Nell’India del xviii secolo, la sua conversione avvenuta all’età di 33 anni fu ritenuta un tradimento delle tradizioni locali e per questo venne arrestato, perseguitato e torturato. Colpito da tre colpi di pistola cadde sulla roccia invocando: «Gesù, salvami!».

A questi martiri, che si sono uniti al sacrificio di Cristo nel dono totale di loro stessi a Dio, si aggiungono alcuni fondatori e fondatrici di Congregazioni religiose. Tra loro il più antico è il sacerdote francese Cesare de Bus, che ha dato vita ai Padri della Dottrina Cristiana, detti “Dottrinari”. Vissuto a cavallo tra il xvi e il xvii secolo, con la nuova Congregazione volle continuare quell’apostolato catechistico al popolo, con uno stile di vita semplice e povero fino all’eroismo delle virtù, segnato dalla preghiera e dallo studio. Egli morì il mattino di Pasqua 1607 ad Avignone. Qualche giorno prima aveva detto: «Sarà per me doppiamente Pasqua, vale a dire il passaggio del Signore ed il mio accanto a lui».

Di origine francese è anche Marie Rivier, la donna fondatrice delle Suore della Presentazione di Maria, nata nel periodo della Rivoluzione. Le suore si dedicavano all’accoglienza, alla formazione delle ragazze e all’apostolato parrocchiale.

Fondatore è anche il sacerdote bergamasco Luigi Maria Palazzolo, che volle dar vita alle “Suore delle Poverelle”, per l’accoglienza delle bambine orfane e delle ragazze più povere.

Originario della Campania è il sacerdote Giustino Maria Russolillo, che mise la propria vita ed il proprio ministero a servizio delle vocazioni, per le quali fondò una Società di sacerdoti, i “Vocazionisti”, una congregazione di religiose, le “Vocazioniste” ed un Istituto Secolare per la santificazione universale.

All’assistenza dei poveri, alla visita degli ammalati del Cottolengo di Torino e alla catechesi si è dedicata Maria Rubatto, piemontese, e in questo contesto apostolico è maturato l’Istituto delle Suore Terzarie Cappuccine di Loano. Visitando le comunità dell’Uruguay ella trovò la morte nel pieno della sua attività generosa ed esemplare.

Ispirato alla spiritualità cappuccina è anche la Congregazione delle Suore Cappuccine dell’Immacolata di Lourdes fondata dalla palermitana Maria di Gesù Santocanale verso la fine del xix secolo. Appartenuta ad una famiglia di nobili origini, ha voluto che le Suore avessero un particolare legame con il territorio di origine, dedicandosi all’assistenza della popolazione e all’educazione soprattutto dei meno abbienti e degli orfani, per i quali la Santocanale ha speso eroicamente le sue energie, mettendo a disposizione anche la casa dei propri nonni, oggi casa madre dell’Istituto.

La veronese Maria Domenica Mantovani, ha collaborato con il beato Giuseppe Nascimbeni, parroco di Castelletto di Brenzone sulle rive del lago di Garda, alla fondazione delle Piccole Suore della Sacra Famiglia di cui divenne la prima Superiora Generale, dando l’impronta determinante del carisma e della spiritualità della nuova realtà religiosa.

Tra i nuovi santi risplende di particolare luce il Piccolo Fratello Charles de Foucauld, che Papa Francesco ricorda nella conclusione dell’enciclica Fratelli tutti, definendolo «persona di profonda fede», aggiungendo che a partire dalla sua intensa esperienza di Dio, ha compiuto un cammino di trasformazione fino a sentirsi fratello di tutti. «Egli andò orientando il suo ideale di una dedizione totale a Dio verso un’identificazione con gli ultimi, abbandonati nel profondo del deserto africano. In quel contesto esprimeva la sua aspirazione a sentire qualunque essere umano come un fratello, e chiedeva a un amico: “Pregate Iddio affinché io sia davvero il fratello di tutte le anime di questo paese”. Voleva essere, in definitiva, “il fratello universale”. Ma solo identificandosi con gli ultimi arrivò ad essere fratello di tutti». Egli, “fratello di tutti”, ha aperto la via a tanti altri che vogliono camminare come lui al seguito di Gesù di Nazaret (nn. 286-287). In questo tempo di Quaresima nei nuovi santi scorgiamo la ricchezza dei frutti del Battesimo, con il quale siamo stati illuminati per guardare la realtà con gli occhi del Risorto, portando nel quotidiano frutti di vita nuova.

*Arcivescovo segretario
della Congregazione delle Cause
dei Santi

di Fabio Fabene *