Allarme dell’Unicef per i bambini: crisi senza precedenti

A group of children evacuated from an orphanage in Zaporizhzhia wait to board a bus for their ...
09 marzo 2022

Kiev, 9 . Pace. È ciò di cui hanno principalmente bisogno i bambini, vittime loro malgrado di una tragica guerra. I dati che li riguardano sono agghiaccianti: dei due milioni di profughi fuggiti in dodici giorni di conflitto dall’Ucraina (la stessa cifra di migranti arrivati nell’Ue in due anni, 2015-2016), almeno la metà è composta da minori: «È la prima volta nella storia», twitta James Elder, portavoce dell’Unicef. Una crisi senza precedenti. Con l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia lancia l’allarme soprattutto per i bambini non accompagnati e separati dai loro genitori, in fuga dai bombardamenti: i piccoli rimasti senza cure parentali, infatti, «sono ad alto rischio di violenza, abuso e sfruttamento. Il pericolo di traffico di esseri umani aumenta nelle emergenze».

Per questo, i due organismi esortano i Paesi limitrofi all’Ucraina a garantire l’immediata identificazione e registrazione di questi bambini; offrire loro «spazi sicuri» già dopo l’attraversamento delle frontiere; creare collegamenti immediati con i sistemi nazionali di protezione per l’infanzia; favorire l’assistenza e i meccanismi di ricongiungimento familiare. «È fondamentale — ribadiscono Unicef e Unhcr — che siano prese misure speciali nel migliore interesse dei minori».

A volte, i piccoli restano soli anche per una scelta dolorosa dei familiari, che vogliono proteggerli con ogni mezzo: sono tanti i genitori che rimangono in Ucraina a combattere e che per questo affidano i figli a vicini e conoscenti che cercano, invece, sicurezza in altri Paesi.

Non solo: i minori che restano nelle zone di guerra rischiano di rimanere uccisi o feriti dai combattimenti. E questo in un contesto sempre più difficile, perché la guerra spazza via case, scuole, orfanotrofi, ospedali e infrastrutture civili di prima necessità. «Dobbiamo proteggere tutti i bambini in Ucraina. Adesso —. Incalza l’Unicef — Hanno bisogno di pace».

Intanto, l’accoglienza dei rifugiati ucraini in Europa prosegue: oltre un milione è già entrato in Polonia, quasi mezzo milione in Romania, più di 230.000 in Moldavia, 170.000 in Ungheria, 130.000 in Slovacchia. Cifre inferiori, ma in costante crescita, anche per Germania (38.000), Italia (21.000) e Spagna (12.000). Per affrontare l’emergenza, la Commissione europea ha messo in campo alcuni di provvedimenti, tra cui 500 milioni di euro a carico del bilancio dell’Ue per il sostegno umanitario e l’adozione della proposta legislativa Care (Azione di coesione per i rifugiati in Europa), così da finanziare con una maggiore flessibilità le misure in favore dei profughi.

Le iniziative solidali si moltiplicano un po’ ovunque: da diversi Paese partono vere e proprie carovane, organizzate anche da semplici cittadini che si mettono alla guida di camion per portare gli aiuti alla frontiera ucraina. Sul posto, opera instancabile la Chiesa cattolica, grazie alla rete Caritas e ai religiosi. «La paura è grande — dicono —. Ma siamo sostenuti dalla preghiera».