La Cina si dice pronta a mediare

Riparte il negoziato mentre le bombe non risparmiano i civili

epa09807216 People with their luggage wait under a destroyed bridge as they flee from the frontline ...
07 marzo 2022

Kiev , 7. Sono sempre più gravi le notizie e sempre più terribili le immagini che provengono dalla martoriata Ucraina. Notizie e immagini che documentano l’orrore quotidiano di un popolo alle prese con una guerra sempre più feroce. All’alba, dallo stato maggiore delle forze armate ucraine è arrivato un allarme per un possibile assalto delle truppe russe alla capitale, Kiev. Secondo i vertici militari ucraini, i russi puntano al pieno controllo di Irpin e Bucha, località appena fuori Kiev, dove sono stati bersagliati anche civili inermi e numerose sono state le vittime. Fonti governative ucraine — citate da «Ukrayinska Pravda» hanno fatto sapere che nelle vicinanze della capitale «è concentrato un quantitativo abbastanza grande di truppe russe ed equipaggiamenti».

Si prospetta, dunque, un’altra giornata di fuoco in Ucraina, mentre si attende per oggi il terzo giro di colloqui con Mosca, dopo il sostanziale fallimento dei due precedenti. Ma anche in questa terza occasione di dialogo le speranze di arrivare a un accordo per porre fine ai combattimenti appaiono minime. La Russia ha comunque fatto sapere che oggi aprirà corridoi umanitari per consentire l’evacuazione dei civili da diverse città che stanno subendo pesanti combattimenti, tra cui Mariupol, assediata ormai da giorni. Analoghi annunci sabato e ieri erano stati smentiti drammaticamente dalle bombe che di fatto hanno infranto la tregua.

In un comunicato, il ministero della Difesa russo ha spiegato che la decisione di aprire corridoi umanitari è arrivata dopo una richiesta in questo senso da parte di Macron (la Francia detiene la presidenza semestrale dell’Unione europea) al leader del Cremlino, Putin.

I corridoi umanitari sono previsti anche da Kiev, Kharkiv e Sumy. Alcuni dei corridoi umanitari annunciati da Mosca prevedono l’evacuazione di civili verso la Russia e la Belarus. Secondo il comunicato del ministero della Difesa, il corridoio da Kiev porterà a Gomel, in Belarus, con la possibilità per i civili in fuga di essere trasferiti in aereo in Russia. Da Mariupol sono previsti due percorsi: verso Rostov sul Don, in Russia, e Zaporizhzhia, in Ucraina. Due tragitti sono stabiliti anche da Sumy; verso la russa Belgorod e l’ucraina Poltava. A Belgorod si dirige anche l’unico corridoio possibile per evacuare i civili da Kharkiv.

«Allo stesso tempo, durante l’apertura dei corridoi umanitari», si legge nella nota del ministero della Difesa di Mosca che scarica la responsabilità della mancata tregua dei giorni scorsi sull’Ucraina, «le Forze armate della Federazione russa effettueranno un monitoraggio obiettivo continuo dell’evacuazione, anche con l’uso di droni. Pertanto, avvertiamo che tutti i tentativi da parte ucraina d’ingannare ancora una volta la Russia e l’intero mondo civile interrompendo l’operazione umanitaria, sono inutili».

Sul fronte diplomatico, in fase di stallo, nel fine settimana si è inserito il tentativo del premier israeliano Naftali Bennet, volato a Mosca per parlare direttamente con Putin. Tentativo di apertura di un canale di dialogo al quale ieri si è aggiunto quello del presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan. E stamane il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha affermato che gli omologhi di Russia e Ucraina, Sergey Lavrov e Dmytro Kuleba, hanno dato la loro disponibilità a tenere colloqui in Turchia il 10 marzo a margine del Forum della diplomazia di Antalya. «L’incontro si terrà in un formato trilaterale», ha detto Cavusoglu in conferenza stampa ad Ankara. La notizia è stata confermata da Mosca.

Ma sempre stamane un segnale importante sul fronte diplomatico è giunto anche da Pechino. La Cina non solo ha espresso l'auspicio che le delegazioni di Russia e Ucraina possano ottenere dei progressi durante il terzo round di negoziato per porre fine al conflitto, ma, in caso di ulteriore stallo, si è resa disponibile, «a svolgere un ruolo costruttivo nella promozione della pace tra Mosca e Kiev e a mediare, se necessario». Lo ha fatto sapere il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, in una conferenza stampa, aggiungendo che «bisogna prevenire una crisi umanitarie su larga scala». La Cina, ha detto ancora Wang Yi, «è pronta a continuare a svolgere un ruolo costruttivo per facilitare il dialogo e per la pace, lavorando a fianco della comunità internazionale per svolgere la necessaria mediazione».

In attesa che questa mossa smuova le carte sul tavolo negoziale, il Cremlino continua a bombardare in un crescendo di accuse ai «neo-nazisti» ucraini, che certo non favoriscono il dialogo. Che la situazione sia sempre più difficile lo conferma l'accorato appello del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che dal bunker nel quale dirige le operazioni ha usato ieri toni diversi nei confronti dei partner occidentali: «Vi chiediamo ogni giorno una no-fly zone, se non ce la date, almeno forniteci aerei per proteggerci. Se non ci date neanche questi, rimane una sola soluzione: anche voi volete che ci uccidano lentamente. Questa sarà anche responsabilità della politica mondiale, dei leader occidentali. Oggi e per sempre».

L’Europa tuttavia continua a puntare sostanzialmente sulle sanzioni. La Polonia ha ufficialmente chiuso la porta alla possibilità di fornire alcuni aerei all’Ucraina, idea sponsorizzata da Washington, mentre da Mosca il ministero della Difesa minacciava ancora i Paesi confinanti. Qualunque Paese ospiti aerei militari ucraini «sarà coinvolto nel conflitto», ha precisato.

Aumenta, intanto, il rischio di carenza di cibo in Ucraina, che ha costretto le autorità di Kiev a sospendere le esportazioni di «carne, segale, avena, grano saraceno, zucchero, miglio e sale». Allo stesso tempo, l’export di grano, mais, pollame, uova e olio sarà consentito solo con il permesso del ministero dell’Economia.

La situazione, dunque, sembra peggiorare di ora in ora, anche se il ministero della Difesa britannico riferisce in un rapporto che durante il fine settimana l’avanzata di terra delle forze russe è stata «probabilmente minima» ed è «altamente improbabile che la Russia abbia raggiunto con successo gli obiettivi pianificati fino ad oggi».