07 marzo 2022
«È notte fonda e il silenzio del carcere viene interrotto dal ragliare di un asino proveniente dall’aldilà delle mura circondariali. Quel ragliare mi riporta indietro nel tempo, pensando a mio fratello che non viene a trovarmi perché si sente poco bene nel vedermi in questo posto»; è uno stralcio tratto da un testo di Emanuel Mingarelli, pubblicato nel libro Letteratura d’evasione. Scritti dei detenuti del carcere di Frosinone (Milano, Il Saggiatore, 2022, pagine 279, euro 19) a cura di Ivan Talarico e Federica Graziani. Non una pagina di diario, ma un racconto; la forma del testo, il suo genere letterario, in questo caso è importante.
Come non smette di dirci Marshall McLuhan in una delle sue definizioni più citate — non sempre a proposito — il mezzo è il messaggio. Forma e ...
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati