L’udienza del procedimento per il presunto uso illecito di fondi della Santa Sede

Il processo in Vaticano
va avanti
Respinte tutte le eccezioni
della difesa

02 marzo 2022

Va avanti il processo in Vaticano per presunti illeciti compiuti con i fondi della Segreteria di Stato. Nella prossima udienza del 17 marzo comincerà quello che il presidente del Tribunale, Giuseppe Pignatone, ha definito «il vero e proprio processo» con il primo interrogatorio al cardinale Giovanni Angelo Becciu. Con un’ordinanza di circa quaranta pagine, letta questa mattina nell’Aula polifunzionale dei Musei Vaticani, Pignatone ha rigettato tutte le richieste di nullità presentate dagli avvocati della difesa dal 27 luglio fino all’udienza di ieri, di oltre tre ore.

Il collegio giudicante ha risposto ad ognuna delle eccezioni presentate dai legali, molte delle quali, si legge, sono «infondate», «inammissibili», «irrilevanti». Rigettate quindi le obiezioni sulla questione del mancato deposito di documenti, sulla nullità del decreto di citazione a giudizio, sulla costituzione a parte civile di Segreteria di Stato, Ior, Apsa, Asif, sugli omissis negli atti depositati o sui Rescripta del Papa. Riguardo a quest’ultimo punto, l’ordinanza spiega che «il Rescriptum può anche assumere valore normativo in modo da realizzare direttamente ed efficacemente le istanze di giustizia sostanziale che sollecitano l’emanazione dell’atto e ne costituiscono la causa motiva. È questo — recita il documento — il caso dei Rescripta presenti e operanti in questo procedimento in cui l’intervento della suprema autorità, detentrice del potere legislativo, ha disposto direttamente la disciplina normativa da applicare» di modo che «non si può configurare alcuna violazione dei principi di legalità e della riserva di legge». Quanto agli omissis, il Tribunale fa presente che «non c’è dubbio che il Promotore di giustizia abbia pienamente il potere di separare, anche mediante apposizione di omissis, quegli atti e documenti che, in tutto o in parte, siano estranei all’oggetto per cui viene richiesta la citazione a giudizio, tanto più se sussistono esigenze di segreto investigativo in relazione ad altre indagini, in corso o ancora da iniziare».  

di Salvatore Cernuzio