Camminare insieme
Il lavoro sinodale dell’arcidiocesi di Madrid

L’ascolto non ha confini

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26 febbraio 2022

L’arcivescovo di Madrid, cardinale Carlos Osoro Sierra, oltre a esortare la comunità ecclesiale a impegnarsi attivamente nel processo di discernimento, sta anche ascoltando attentamente i diversi attori extra-ecclesiali per conoscere il loro pensiero e le loro aspettative. L’arcidiocesi madrilena, come migliaia di comunità in tutto il mondo, sta procedendo a passo deciso nella realizzazione del Sinodo convocato da Papa Francesco che cerca nuove vie di comunione, di partecipazione e di missione per la Chiesa. Insieme al loro arcivescovo in pratica tutte le parrocchie e gli altri organismi ecclesiali si stanno già riunendo e camminando come popolo di Dio per accogliere il soffio dello Spirito santo e discernere ciò che Dio chiede alla Chiesa di oggi.

Il porporato ha costituito un gruppo pastorale speciale affinché animi e coordini il lavoro sinodale, ma anche affinché raccolga i frutti di questi incontri comunitari. Finora la risposta dei fedeli è stata molto positiva, perché «quando c’è una chiara coscienza della missione della Chiesa, nasce subito il gruppo», ha osservato Osoro Sierra che ha partecipato attivamente, disponendosi soprattutto ad ascoltare con attenzione la pluralità di voci e di opinioni. È in simili circostanze che il cardinale sperimenta la ricchezza più grande del processo e percepisce anche le sfide più grandi, perché molte persone sono critiche e non sempre esprimono idee condivise da tutti. «Dobbiamo fare un cammino insieme. Non possiamo dimenticarci neanche di chi la pensa in modo diverso. Io devo camminare con lui e devo cercare i mezzi e i modi per fare quel cammino insieme. Tra le altre cose, perché Gesù non ha fatto il suo cammino in solitudine, lo ha fatto con tutti gli uomini, con le persone che ha incontrato, e a volte incontrava gente che non voleva saperne niente di lui e che gli era ostile», puntualizza l’arcivescovo di Madrid.

Dinanzi ai fatti che potrebbero ostacolare il dialogo all’interno delle comunità, Osoro Sierra va ancora più a fondo in quell’atteggiamento di Gesù che permette di superare le differenze e di continuare ad andare avanti: «Invito tutti a fare questo cammino e a scoprire nel profondo della propria vita ciò di cui tutti abbiamo veramente bisogno, la fratellanza, che è quella che ci invita a costruire nostro Signore, ma non in un modo qualunque, bensì con la propria vita, con il proprio dono di sé, con il proprio amore. Non con un amore qualunque, non con i mezzi del mio amore, che a volte sono rachitici, e allora accolgo solo chi la pensa come me, ma con i mezzi che mi trascendono e che mi fanno abbracciare l’altro, semplicemente perché Dio lo abbraccia».

«Hanno potuto parlare tutti»


Sebbene il Sinodo sia un’azione e uno stile pensato essenzialmente per discernere all’interno della comunità ecclesiale, il cardinale Carlos Osoro Sierra ha ritenuto opportuno raccogliere una molteplicità ancora più grande di punti di vista riguardo a una Chiesa che cerca di essere al servizio di tutta l’umanità. Perciò ha promosso incontri con accademici di diverse università, con imprenditori e con rappresentanti di varie correnti e partiti politici, tra gli altri. «È stato un momento di benedizione, perché hanno potuto parlare tutti. Hanno potuto parlare anche persone che vedono la Chiesa da lontano, che non si sentono membri della Chiesa, ma che dicono ciò che vorrebbero vedere anche nella Chiesa, e questo è molto importante», assicura l’arcivescovo, sempre accompagnato da due segretari che prendono nota di ciò che viene detto nei gruppi di lavoro. Non vuole che vada perduta nessuna idea o opinione, e per questo sta gettando ponti per convocare un incontro con il variopinto mondo artistico.

Ma ora è il turno di quanti raramente hanno voce nella società: i poveri, gli scartati, come è solito chiamarli Papa Francesco. Per i prossimi giorni il cardinale ha in agenda due grandi incontri con persone che vivono in situazioni di vulnerabilità sociale e che tendono a radunarsi attorno a comunità ecclesiali a Madrid. Il pastore diocesano confessa che ancora deve ascoltarle, che sa che «ci sono persone molto grate ai membri della Chiesa, che non fanno finta di stare con loro, ma che ci sono veramente, che le assistono, che si preoccupano, che stanno facendo qualcosa per i poveri».

Dialogo sociale sotto il paradigma dell’amore


Dinanzi alla tensione che scuote le società contemporanee, il cardinale è convinto che il dialogo si renda sempre più necessario e urgente, e che il paradigma da seguire sia quello dell’inclusione che Dio esercita con tutte le persone. «Credo che Dio ci prenda così come siamo e ci ami e ci abbracci così come siamo. Un discepolo di Gesù deve fare lo stesso: e non può stare lì a dire: “questo sì, questo no”. Anche se la risposta non è quella che ti aspetti, devi essere capace di continuare a farlo», afferma il porporato. L’esperienza di questi mesi di Sinodo ha confermato che un atteggiamento di apertura favorisce l’incontro e la conversione perché, come spiega Osoro Sierra, «di solito non ci sono parole vane quando ascolti bene. Ti interpellano, ti interrogano, ti fanno pensare, anche quando ti dicono cose che non ti piacciono, ma che sono evidenti e talvolta richiedono un cambiamento da parte tua». È quindi impegno del cardinale continuare a esortare la comunità affinché pratichi questa abitudine sinodale, di cui tutti i membri della Chiesa sono responsabili, poiché «un discepolo di Gesù non può smettere di ascoltare gli altri, non può. Se ama davvero, deve ascoltare anche chi forse lo spinge a interrogarsi su cose diverse. Deve ascoltarlo e, soprattutto, deve amarlo. È l’amore di Dio che renderà questo mondo diverso», ha concluso.

di Felipe Herrera-Espaliat