Le parole del Pontefice

Non si spenga
mai la speranza

25 febbraio 2022

Dal 2104, anno della prima crisi tra Mosca e Kiev, ad oggi, giorno dell’attacco russo, Papa Francesco ha lanciato numerosi messaggi per la pace nella «amata terra d’Ucraina». Già otto anni fa, Francesco chiedeva alle parti interessate di «superare le incomprensioni e costruire insieme il futuro della Nazione», perché «la violenza si vince con la pace!».

L’attenzione di Francesco per Kiev resta alta anche nel 2015, anno dell’inasprirsi degli scontri nella regione orientale. All’Angelus del 23 agosto, il Pontefice chiede il rispetto degli impegni presi per la pacificazione. Ugualmente accorati sono gli appelli rivolti Urbi et Orbi a Pasqua e Natale del 2016, con i quali il Papa sostiene «le iniziative di aiuto umanitario, tra cui la liberazione di persone detenute».

Il 9 novembre 2017, poi, il Pontefice riceve in udienza alcuni delegati del Pontificio Collegio ucraino San Giosafat di Roma: «Nella vostra cara Nazione Ucraina — dice loro — si sperimenta il dramma della guerra (…). Ed è forte l’aspirazione alla giustizia e alla pace, che mettano al bando ogni forma di prevaricazione, corruzione sociale o politica, realtà di cui sono sempre i poveri a fare le spese».

Il 28 gennaio del 2018, Francesco si reca in visita presso la comunità greco-cattolica ucraina della basilica di Santa Sofia a Roma: «Supplico il Principe della Pace perché tacciano le armi — afferma il Papa —. Prego perché nei cuori di ciascuno non si spenga mai la speranza». Sempre nel 2018, l’Ucraina commemora l’85° anniversario dell’Holodomor, la terribile carestia provocata dal regime sovietico che causò milioni di vittime; all’Angelus del 25 novembre, Francesco ricorda questa «immagine dolorosa» e sottolinea: «La ferita del passato sia un appello per tutti, perché tali tragedie non si ripetano mai più».

Tra il 2019 e il 2021, il Pontefice invoca ancora il dialogo», affinché «non dilaghino in Ucraina le metastasi di un conflitto incancrenito». La sua apprensione cresce con l’arrivo del 2022, tanto da proporre, il 26 gennaio, una giornata di preghiera per la pace seguita, il 2 marzo, mercoledì delle ceneri, da una giornata di digiuno. Perché «la guerra è una pazzia». (Isabella Piro)