Testimonianze
Le suore benedettine di Žytomyr

Con Gesù nei sotterranei

 Con Gesù  nei sotterranei  QUO-046
25 febbraio 2022

«Contiamo sul vostro sostegno
Sappiamo  che ci siete vicini»


A soli 150 km dal confine con la Bielorussia, da dove le truppe russe sono penetrate in territorio ucraino, sorge la città di Žytomyr. E nella città, dal 1988, vivono nel monastero dell’Immacolata Concezione, 10 monache benedettine. Altre 7 risiedono nel monastero di Leopoli: gli unici due monasteri femminili dell’Ucraina, filiati dalle benedettine lituane di Vilnius. Con qualche difficoltà, ma siamo riusciti a contattare madre Klara, la badessa, e suor Maria Liudmyla, rientrata solo da qualche settimana in Ucraina da Roma, dove studiava teologia all’ateneo benedettino di Sant’Anselmo.

Le monache sono rifugiate per timore delle esplosioni nel basso del monastero e al buio. Pur in queste terribili condizioni non rinunciano a cantare come sempre l’Ufficio Divino. Le sentiamo all’alba subito dopo la conclusione del “mattutino”. «Non siamo sole qui sotto — esordisce suor Maria — abbiamo la preziosa compagnia di Gesù. Per l’eventualità che si debba lasciare urgentemente il monastero, o vi siano incursioni dall’esterno, abbiamo portato la pisside di Gesù sacramentato qui sotto con noi».

«Ieri mattina — continua la religiosa — ci hanno svegliato le prime esplosioni, e il volo radente degli aerei. Rumori terribili che stridevano con il nostro canto delle Lodi, che abbiamo comunque voluto continuare. Fortunatamente solo poche ore prima siamo riuscite a trasferire le nostre sorelle inferme a Leopoli, che essendo più ad occidente e a soli 70 km dal confine polacco, è un po’ meno rischioso. Ma questa mattina ci hanno fatto sapere che anche lì suonano le sirene. Il resto delle sorelle ha deciso di rimanere qui: questa è la nostra casa, non la abbandoneremo. D’altronde ora sarebbe anche difficile e pericoloso spostarsi, le truppe russe sono già nella nostra regione. Noi stiamo bene, ma siamo molto stanche: sono due notti che non dormiamo, vegliamo in preghiera; avevamo paura di nuovi attacchi di missili, ma per fortuna stanotte non ce ne sono stati».

Suor Maria continua il suo concitato racconto: «Siamo in contatto con Kiev e altre città, e anche lì c’è tanta sofferenza e paura. Ci riferiscono che gli attacchi non riguardano solo obiettivi militari, ma sono colpiti anche palazzi civili, infrastrutture importanti e anche ospedali. Non è, come vogliono far credere, una questione che riguardi le zone abitate dalle popolazioni russofone: stanno invadendo l’intero paese».

E ancora: «Noi non crediamo di essere aggrediti dal popolo russo. Tra le nostre consorelle ci sono anche due monache russe (una da Mosca e una Kaliningrad) e anche due bielorusse: i loro genitori e amici sono terribilmente angosciati per la loro vita e nel sapere che i missili e gli attacchi partono proprio dalla Bielorussia e dalla Russia. Ci sono tante famiglie che sono divise tra i due lati del conflitto» (a Žytomyr c’è un’importante comunità polacca, ndr).

«Da ieri mattina, oltre a noi dieci, sono entrate in monastero due famiglie di rifugiati. Nel monastero di Leopoli, essendo vicino al confine polacco, ci sono molti più rifugiati in transito. Ci dicono che ci sono lunghe file alle frontiere».

Madre Klara non perde la calma, e pondera ogni decisione in maniera accorta in relazione ai cambiamenti di situazione esterna: «Amici ed oblati ci stanno aiutando, con i generi di prima necessità. Sia ieri che oggi un prete è venuto a celebrare la messa. Pregate per noi, ma anche organizzate fin d’ora aiuti umanitari e medicinali. Contiamo sul vostro sostegno. Sappiamo che ci siete vicini. E sappiamo che anche Papa Francesco lo è».

di Roberto Cetera