Presentato al carcere di Opera il progetto “Metamorfosi” della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti

Da Lampedusa a Milano
i barconi dei migranti
diventeranno violini e croci

 Da Lampedusa a Milano  i barconi dei migranti diventeranno violini e croci  QUO-044
23 febbraio 2022

Quante cose può contenere un pezzo di legno coperto di vernice scrostata e rovinato dalla salsedine. In quei dieci barconi spiaggiati a Lampedusa, arrivati al carcere milanese di Opera in una fredda ma limpida mattina di fine febbraio, su due Tir che hanno attraversato l’Italia, c’è il suono struggente delle onde, il sangue versato dai migranti che non ce l’hanno fatta, la speranza di una nuova vita per chi quella traversata alla fine l’ha superata. E ci sarà, dopo più di 300 ore di sapiente lavoro, la magia della musica di un violino, di una viola o di un violoncello, che porteranno attraverso le note, in tutto il mondo, il dramma di chi è costretto a lasciare la sua casa e i suoi affetti per fuggire da guerre, povertà o carestie.

Se poi ad operare questa metamorfosi saranno le mani di cinque detenuti del carcere di Opera, impegnati nel laboratorio di liuteria e falegnameria sotto la guida dell’artigiano che ha creato la prima “Croce di Lampedusa” e dal liutaio che ha plasmato il primo “Violino del mare”, la rinascita, la rigenerazione e perfino il riscatto saranno completi.

“Metamorfosi” è infatti il nome dato al “progetto di progetti” promosso dalla Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, in collaborazione con il ministero italiano dell’Interno, l’Agenzia delle Accise, dogane e monopoli e la Casa di reclusione Milano–Opera, e presentato questa mattina nel carcere alle porte della metropoli lombarda. Dal legno di  dieci barconi donati dal ministro Luciana Lamorgese ad Arnoldo Mosca Mondadori — l’imprenditore milanese che dieci anni fa ha creato la Fondazione, che in Italia e all’estero sostiene le fasce più fragili della società — nasceranno crocifissi, rosari e strumenti musicali per far suonare l’“Orchestra del mare”.

Un progetto di reinserimento sociale perché la “trasformazione” avverrà nella falegnameria dove prestano servizio alcune persone detenute, coordinate dall’artigiano Francesco Tuccio e dal liutaio Enrico Allorto. Ma anche culturale, per creare consapevolezza, soprattutto tra i giovani, di una realtà “spesso rimossa — dicono i promotori — o guardata con indifferenza e affrontata in modo ideologico”. Grazie alla collaborazione della direzione del  carcere di Opera, un barcone sarà a disposizione di scuole e gruppi perché i migranti possano testimoniare come si viaggia ammassati in più di novanta su barche di 9 metri.

Con il legno di altre barche è stata creata la Croce di Lampedusa,  simbolo dell’odissea dei migranti: 2 metri e 60 centimetri, 25 chili di dolore, che non si è mai fermata dal 9 aprile 2014, quando Papa Francesco l’ha benedetta in Vaticano. Da quel giorno viaggia di mano in mano, genera incontri e solidarietà tra popoli di varie culture e religioni. È affidata a una staffetta spontanea che l’ha accompagnata in oltre  2.400 tra chiese, santuari, luoghi di culto in Europa e nel mondo. 

Altre cinque croci di Lampedusa sono già in viaggio nei cinque continenti, ma con il legno nuovo saranno intagliati rosari e crocifissi da appendere alle pareti delle scuole. «L’obiettivo — ribadiscono i promotori — è combattere l’indifferenza con l’arte, la cultura e la preghiera».

E la sfida, spiega Arnoldo Mosca Mondadori, è offrire «una testimonianza culturale di un dramma epocale attraverso i legni simbolo dell’immigrazione, dando allo stesso tempo lavoro ai detenuti». A Lampedusa le imbarcazioni in legno utilizzate per raggiungere la porta d’Europa restano sotto sequestro per anni. «Queste barche dovevano essere distrutte — chiarisce il presidente della Fondazione — noi le abbiamo chieste per trasformarle in simboli del dramma dell’immigrazione e farne strumento di cultura».

Il primo  “Violino del mare”  realizzato dal maestro liutaio Enrico Allorto con i detenuti assunti nel laboratorio dalla Cooperativa Casa dello Spirito e delle Arti, è stato presentato all’inizio di febbraio a Francesco, che ha incontrato la Fondazione per i suoi dieci anni di vita. Davanti al Papa, nella Sala Clementina del palazzo apostolico, è stato suonato da Carlo Parazzoli, primo violino dell’Accademia di Santa Cecilia, che ha eseguito il Canto del legno, composto dal maestro Nicola Piovani.

L’Orchestra del mare sarà completata entro la fine del 2023 e sarà prestata alle ensemble che ne faranno richiesta. «Nei giorni scorsi ho assistito sull’isola a uno sbarco di persone migranti — racconta Arnoldo Mosca Mondadori —. Ho toccato le loro mani gelate. Tremavano dal freddo, c’erano bambini.  Se un politico usa queste persone per avere voti, è da cacciare. Di fronte a questa umanità si deve tacere e fare i conti con noi stessi».

La donazione dei 10 barconi è stata possibile anche grazie alla sensibilità di diverse realtà istituzionali, tra cui l’Agenzia delle Dogane diretta da Marcello Minenna con il funzionario dell’agenzia lampedusana Luca Benini, la prefettura di Agrigento e la procura della Repubblica presso il Tribunale della città siciliana.

di Alessandro Di Bussolo