A Monaco vertice tra Biden e i leader dell’Ue e della Nato

Preoccupazione per gli scontri nell’est ucraino

Ukrainian servicemen drive a tank during drills at a training ground in unknown location in Ukraine, ...
18 febbraio 2022

Monaco , 18. Si è di nuovo alzata la tensione nell’est dell’Ucraina. Tra preoccupanti scontri armati sul campo nel Donbass, scambi di accuse reciproci, annunci di ritiri che però non vengono confermati dall’altra parte e una partita che si gioca molto sul fronte dell’informazione — o della disinformazione, a seconda dei punti di vista — le ultime notizie sembrano aver imboccato la strada sbagliata, dopo gli spiragli che sembravano invece essersi aperti a inizio settimana. L’auspicata de-escalation finora non c’è stata. E della crisi, con il possibile intervento militare russo in Ucraina sempre incombente, si parlerà nell’annuale Conferenza sulla sicurezza di Monaco che si apre oggi.

Alla vigilia dell’appuntamento, il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, ha ammonito che la Russia sta mettendo in pericolo la sicurezza dell’Europa con «richieste da guerra fredda», ma ha allo stesso tempo sottolineato l’importanza di continuare con la diplomazia.

Alla riunione — nota anche come la “Davos della Difesa” — prendono parte, tra gli altri, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, il vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, i vertici dell’Unione europea (dal presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, al presidente del Consiglio Ue, Charles Michel) e anche l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati. La Russia, per la prima volta, non manderà nessun rappresentante a Monaco, a sottolineare il forte deterioramento delle relazioni diplomatiche con l’Occidente.

Nel tentativo di trovare un accordo che scongiuri l’invasione russa dell’Ucraina, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, terrà in giornata un nuovo vertice virtuale con i leader europei e della Nato. Ma il rischio di un’incursione, ha ribadito Biden, «resta molto alto e può avvenire in qualsiasi momento». Nel frattempo, gli Usa sono pronti a incontrare il ministro degli Affari esteri, Serghiei Lavrov, e a portare avanti il percorso della diplomazia.

Gli «scenari militari» evocati sono «pericolosi» e «deplorevoli», ha risposto Mosca, che ha presentato un documento accusando gli ucraini di violenze contro i russofoni nel Donbass, sottolineando che il ritorno delle forze russe nelle caserme al confine con l’Ucraina «richiederà del tempo». E stamane il Cremlino si è detto «molto preoccupato» per gli scontri nell’est dell’Ucraina.

A Bruxelles si è tenuto ieri un vertice straordinario sulla crisi, al termine del quale il presidente del Consiglio dei ministri italiano, Mario Draghi, ha esortato a «mantenere il dialogo il più possibile aperto» ed ha annunciato un incontro con Putin. Ma stamane ha avuto un colloquio telefonico con Biden. In un comunicato della Casa Bianca si legge che i due «hanno riesaminato gli sforzi diplomatici e di deterrenza in corso in risposta al continuo rafforzamento militare della Russia al confine con l’Ucraina» e «riaffermato il loro impegno per la sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina e il loro essere pronti ad imporre severi costi economici alla Russia se dovesse invadere ulteriormente l’Ucraina».

Ma nel frattempo, come detto, le violenze sul campo, riprese nei giorni scorsi, non accennano a diminuire. Il fuoco dell’artiglieria ha colpito un asilo nelle regioni orientali, teatro del conflitto tra Kiev e i separatisti, nel villaggio di Stanytsia Luhanska: i bambini si trovavano in un’altra stanza e sono rimasti illesi. Feriti due civili.

Mosca ha accusato l’esercito ucraino, ma per i leader occidentali si è trattato di un’«operazione sotto falsa bandiera» progettata per creare un pretesto per un’azione militare russa, come hanno sostenuto in molti, tra cui il primo ministro britannico, Boris Johnson.

L’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, Josep Borrel, ha parlato di «prove dell’aumento dei combattimenti e di bombardamenti pesanti in alcune zone del confine. Dal fronte Nato, Stoltenberg ha avvertito che la Russia «ha soldati e capacità sufficienti per lanciare una vera e propria invasione con tempi di preavviso molto brevi o senza preavviso».

Ma la situazione nell’est dell’Ucraina, per quanto sia la più “calda”, non è l’unica crisi che terrà occupati i partecipanti alla conferenza di Monaco, che sarà aperta dal segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres. Verrà infatti affrontata anche la fragile situazione della sicurezza nel Sahel e il rilancio dell’accordo nucleare iraniano del 2015. Il presidente della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, l’ambasciatore Wolfgang Ischinger, ha dichiarato di non ricordare un momento in cui ci fossero in agenda «così tante crisi sovrapposte».