Pronunciato dal cardinale Sandri a nome dei partecipanti alla plenaria

Appello per la pace in Ucraina

18 febbraio 2022

I padri della sessione plenaria della Congregazione per le Chiese orientali, preoccupati per l’evolversi della situazione in Ucraina, hanno condiviso il desiderio che, per quell’amato Paese, si levasse un accorato appello di pace, pronunciato dal cardinale prefetto Leonardo Sandri all’inizio dell’udienza. Ecco le sue parole.

Santo Padre,

La ringraziamo per il tempo che oggi ha voluto dedicarci, dapprima con i Patriarchi e gli Arcivescovi Maggiori delle Chiese Orientali cattoliche, e ora con i Membri del Dicastero riuniti nella Sessione Plenaria. Sono con noi anche i delegati delle Commissioni Liturgiche delle nostre Chiese, in occasione del Convegno per il xxv della pubblicazione dell’Istruzione per l’applicazione delle prescrizioni liturgiche del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali Cattoliche. Abbiamo lavorato insieme con loro mercoledì mattina, auspicando che lo stile di condivisione e di ascolto caratterizzi non soltanto queste giornate romane, ma il quotidiano del nostro essere Chiesa.

Tra noi è sorto il desiderio di porre nelle sue mani, Padre Santo, un appello condiviso che si unisce a quelli che Lei in queste settimane ha più volte rivolto per l’acuirsi della situazione in Ucraina e ai suoi confini. La Congregazione per le Chiese Orientali nacque per decisione di Papa Benedetto xv il 1° maggio 1917: tre mesi dopo, il 1° agosto, lo stesso Pontefice nuovamente scriveva ai responsabili delle Nazioni supplicando il dono della pace.

Ed ecco il testo dell’appello di pace per l’Ucraina.

Con il pensiero e il cuore rivolto ai nostri fratelli e sorelle in Ucraina, cominciando dall’Arcivescovo Maggiore della Chiesa greco-cattolica, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, che ha voluto rimanere accanto al suo popolo in questi giorni, ed abbracciando tutti i figli e le figlie di quel Paese, greco-cattolici e cattolici latini, ortodossi e membri di altre confessioni e religioni, noi partecipanti alla Plenaria della Congregazione per le Chiese Orientali, ci ispiriamo alle parole che da Benedetto xv fino a Lei i Pontefici hanno più volte pronunciato: «Il mondo civile dovrà dunque ridursi a un campo di morte? E l’Europa, così gloriosa e fiorente, correrà, quasi travolta da una follia universale, all’abisso, incontro ad un vero e proprio suicidio?». In un tale stato di cose, dinanzi alle minacce di nuove sofferenze e conflitti nella già provata Ucraina, mossi da un dovere di coscienza e ascoltando il grido dell’umanità “Mai più la guerra”, «alziamo nuovamente il grido di pace, e rinnoviamo un caldo appello a chi tiene in mano le sorti delle Nazioni [...]: “Riflettete sulla vostra gravissima responsabilità dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini; dalle vostre risoluzioni dipendono la quiete e la gioia di innumerevoli famiglie, la vita di migliaia di giovani, la felicità stessa dei popoli, che Voi avete l’assoluto dovere di procurare”. Possa il Signore, Lui che è il Re di giustizia e di pace, ispirarVi decisioni sagge per l’umanità che vi guarda: ricordate che “nulla è perduto con la pace, tutto è perduto con la guerra!”. Nel tempo presente e futuro possiate essere chiamati beati, perché avete costruito la pace, e avete trasformato le lance e le armi di oggi in falci e strumenti di prosperità e benessere per i popoli».

Grazie Padre Santo per essere ancora per noi e le nostre Chiese Orientali cattoliche, Padre ed artefice di pace e riconciliazione.