Il tema della seconda Giornata mondiale dei nonni e degli anziani

«Nella vecchiaia
daranno ancora frutti»

 «Nella vecchiaia  daranno ancora frutti»  QUO-037
15 febbraio 2022

@Pontifex


Gli #anziani vanno curati come un tesoro dell’umanità: sono la nostra saggezza, la nostra memoria. È decisivo che i nipoti rimangano attaccati ai nonni, che sono come radici, dalle quali attingono la linfa di valori umani e spirituali. @LaityFamilyLife

È molto importante far incontrare la saggezza degli #anziani e l’entusiasmo dei giovani. L’incontro  fra i nonni e i nipoti è un incontro-chiave, soprattutto in questo momento di crisi economica e sociale che sta attraversando l’umanità. @LaityFamilyLife



Domenica 24 luglio si celebrerà in tutta la Chiesa universale la ii Giornata mondiale dei nonni e degli anziani. Il tema scelto da Papa Francesco per l’occasione è «Nella vecchiaia daranno ancora frutti» (
Salmo 92, 15) e intende sottolineare come i nonni e gli anziani siano un valore e un dono sia per la società che per le comunità ecclesiali. Lo ha reso noto oggi un comunicato del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita (Dlfv) nel quale si spiega che il tema è anche un invito a riconsiderare e a valorizzare i nonni e gli anziani troppo spesso tenuti ai margini delle famiglie, delle comunità civili ed ecclesiali. La loro esperienza di vita e di fede può contribuire, infatti, a edificare società consapevoli delle proprie radici e capaci di sognare un avvenire più solidale. L’invito a prestare ascolto alla saggezza degli anni si rivela, inoltre, particolarmente significativo nel contesto del cammino sinodale che la Chiesa ha intrapreso. Il Dicastero organizzatore invita le parrocchie, le diocesi, le realtà associative e le comunità ecclesiali di tutto il mondo a trovare le modalità per celebrare la Giornata nel proprio contesto pastorale e per questo metterà in seguito a disposizione alcuni appositi strumenti pastorali.

 

Mercoledì scorso, all’udienza generale, Papa Francesco ha parlato degli anziani come di un «tesoro dell’umanità» sottolineando, ancora una volta, la centralità che la lettura cristiana della vecchiaia ha nel suo magistero. L’insistenza del Papa su questi temi mostra come il dedicare un po’ di attenzione alla terza età non possa rimanere un’attitudine episodica, legata alla buona volontà di qualche sacerdote dal buon cuore o all’iniziativa estemporanea di una pia associazione laicale. C’è, al contrario, la necessità di una conversione strutturale all’accoglienza degli anziani nelle comunità ecclesiali, all’ascolto delle loro necessità e alla valorizzazione del loro contributo.

È il motivo per il quale Francesco ha istituito la Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani, da celebrarsi ogni anno e in ogni comunità ecclesiale e della quale oggi è stato annunciato il tema per il 2022: «Nella vecchiaia daranno ancora frutti» (Salmo 92, 15). Colpisce la scelta di utilizzare un termine — vecchiaia — spesso evitato, quasi evocasse qualcosa di spiacevole o una malattia di cui si teme il contagio. Del resto, solo una settimana prima, il Papa aveva parlato della necessità di favorire il dialogo dei giovani con i vecchi e aveva aggiunto: «I vecchi ci danno la forza per andare avanti, la loro memoria, la loro storia; e i giovani la portano avanti».

La vecchiaia è un’emergenza. Nel senso letterale del termine, perché il numero di persone che invecchiano cresce in ogni parte del mondo e dà luogo a un fenomeno mai sperimentato nella storia dell’umanità: la presenza di moltissime donne e moltissimi uomini che hanno una vita lunga; in alcuni Paesi gli anziani sono o si avviano a essere più numerosi dei giovani, invertendo la naturale piramide demografica.

Ma la vecchiaia è un’emergenza anche dal punto di vista sociale e la pandemia ha solo portato alla luce molte contraddizioni che covavano sotto la cenere. Basti pensare al dibattito in corso in Francia a seguito di quello che è stato definito lo “scandalo delle Ehpad” o a quel che sta avvenendo in Paraguay, dove il parlamento si è ritrovato nella necessità di legiferare per sanzionare i figli che allontanano i genitori dagli appartamenti di cui sono proprietari per appropriarsene. La solitudine degli anziani è un’emergenza anche in Italia dove, in questi giorni, ha fatto molto scalpore la vicenda di una donna di 70 anni, Marinella, trovata in casa morta da più di due anni. Dal settembre del 2019 non solo nessuno aveva avuto più notizie di lei, ma nessuno aveva sentito il bisogno di chiederle «Marinella, come stai?».

La scelta del Papa di dedicare ogni anno una domenica agli anziani ha, tra gli altri, l’obiettivo di sviluppare una riflessione che vada oltre le considerazioni di tipo demografico, economico o di welfare. L’emergere di un nuovo continente popolato di anziani è uno dei tratti del cambio d’epoca al quale Francesco spesso si riferisce e non è sufficiente decifrarne i confini solo attraverso fredde statistiche. Il Papa invita, al contrario, a comprendere quali siano il senso della vecchiaia e il posto degli anziani nelle nostre società. Nell’Angelus del 25 luglio 2021 l’ha definita «una sfida per la nostra cultura».

Del resto, la marginalità del discorso sugli anziani corrisponde alla loro marginalità sociale e, purtroppo, ecclesiale. Allo stesso modo, la carenza di una lettura spirituale della loro presenza lascia prevalere considerazioni di tipo economico-utilitaristico quando si tratta di compiere scelte che li riguardano.

La Chiesa, fino a oggi, ha risposto alle richieste di accudimento degli anziani con generosità, ma non è stata in grado di elaborare un discorso approfondito sul loro ruolo nella società e nelle comunità ecclesiali. Prevale ancora il modello assistenziale, che tanto bene ha fatto in passato, ma che non ha offerto una risposta adeguata alla tempesta inaspettata e furiosa della pandemia e che sembra continuare a partire dal presupposto che senectus ipsa est morbus. La scelta di relegare la cura degli anziani a luoghi appositamente adibiti al di fuori della vita ordinaria delle famiglie, da una parte isola «le persone anziane e le abbandona a carico di altri senza un adeguato e premuroso accompagnamento della famiglia» e dall’altra, “mutila e impoverisce la famiglia stessa” (Fratelli tutti, 19). La celebrazione della Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani, ogni anno e in ciascuna Chiesa locale, deve divenire l’occasione per avviare — a livello globale e in stile sinodale — una riflessione più articolata su quest’epoca della vita. Ci sono da sviluppare una pastorale, una spiritualità e una teologia della vecchiaia, che fino a ora sono mancate e che saranno l’unica vera alternativa alla cultura dello scarto. Fin quando non impareremo a cogliere il valore degli ultimi anni della nostra vita, continueremo a scartare chi tra di noi è più anziano.

di Vittorio Scelzo