Padre Federico Lombardi ai media vaticani

Ratzinger non ha mai cercato di nascondere il male nella Chiesa

08 febbraio 2022

«Il servizio della verità è stato sempre al primo posto» per Benedetto xvi, che mai ha «cercato di nascondere quello che poteva essere doloroso riconoscere per la Chiesa» e mai «ha cercato di dare una bella immagine falsa della realtà della Chiesa o di quello che avviene». Padre Federico Lombardi attinge alla sua esperienza personale di collaboratore tra i più stretti di Joseph Ratzinger per mettere ulteriormente in evidenza la «sincerità» che anima la lettera pubblicata oggi dal Papa emerito sulla piaga della pedofilia clericale. Lettera che giunge dopo una lettura approfondita del rapporto sugli abusi nell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga, il quale addebita al Pontefice emerito alcuni errori di gestione.

Queste pagine, commenta con i media vaticani l’attuale presidente della “Fondazione vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto xvi ”, sono frutto di «un tempo profondo, doloroso, ma di esame sincero davanti a Dio». Il testo pubblicato oggi colpisce per «la sua sincerità, la sua intensità e la sua profondità», anche perché da esso traspare la condizione attuale di Benedetto: «Una persona anziana che sa di andare verso l’incontro con il Signore e quindi verso il giudizio di Dio».

Di «grande intensità», secondo padre Lombardi, anche il fatto che Ratzinger «svolge questa sua riflessione penitenziale di fronte alle stesse vittime degli abusi; evoca gli incontri che lui ha avuto con le vittime e la conoscenza sempre più profonda della gravità delle sofferenze delle vittime e delle conseguenze che questi abusi hanno». E «manifesta, con grande sincerità e in modo esplicito, vergogna, dolore, domanda sincera di perdono».

Il gesuita entra poi nel merito delle accuse mosse contro Benedetto xvi di aver mentito circa la sua partecipazione alla riunione del gennaio 1980, in cui si decise di accogliere nell’arcidiocesi bavarese un sacerdote abusatore. Il Papa emerito — che inizialmente affermava di non essere presente alla riunione e poi ha corretto questo «errore» — «ha sofferto» dell’accusa di «essere un mentitore, di avere consapevolmente mentito a proposito di situazioni concrete». «Non solo, ma anche nel complesso del Rapporto le accuse diventano di essere stato consapevolmente un copritore di persone abusatrici, e di avere avuto quindi mancanza di attenzione e disprezzo nei confronti delle sofferenze delle vittime».

È un’accusa che ha suscitato «grave sofferenza» nello stesso Ratzinger, ma anche in padre Lombardi che, da suo stretto collaboratore per diversi anni, ricorda quel desiderio di verità che ha invece sempre animato ogni azione o parola del Pontefice emerito: «Ritengo assolutamente che non si possa dubitare in nessun modo della sua veridicità».

Dalla lettera, afferma padre Lombardi, emerge forte, quindi, la domanda di perdono di fronte a una gravissima realtà dinanzi alla quale bisogna «purificarsi e impegnarsi con tutte le forze per cambiare atteggiamento ed essere più fedeli all’esigenza del Vangelo». È «un atteggiamento penitenziale» quello mostrato, «profondissimo e molto sincero», che rappresenta «una grande testimonianza cristiana» per la Chiesa di oggi.