Il discorso di insediamento di Mattarella

Dignità e responsabilità

The President of the Republic Sergio Mattarella (C), flanked by the President of the Chamber of ...
04 febbraio 2022

Roma, 4. Dignità e responsabilità: questi gli assi portanti del discorso di insediamento di Sergio Mattarella che ieri pomeriggio, nell’aula di Montecitorio, ha giurato per la seconda volta come presidente della Repubblica italiana, raccogliendo consenso unanime dei partiti per le sue parole.

Nel suo intervento, segnato da 55 applausi, il presidente fa riferimento al senso di responsabilità con cui ha accettato il nuovo mandato. Poi, elenca le priorità del settennato bis, tutte incentrate sul principio della dignità: citata per 13 volte, essa «deve essere la pietra angolare del nostro impegno e della nostra passione civile».

A prevalere, auspica Mattarella, sia la risposta della politica ai cittadini, in particolare «a quelli più in sofferenza, che si attendono dalle istituzioni della Repubblica garanzia di diritti, rassicurazione, sostegno». No ad incertezze e disattenzioni, incalza il presidente, perché la lotta alla pandemia «non è conclusa» e le disuguaglianze frenano «ogni prospettiva di crescita».

Di qui, l’appello a porre fine alle morti sul lavoro, al razzismo, alla violenza sulle donne, al traffico di esseri umani, al dramma delle migrazioni, alla povertà, al sovraffollamento carcerario. La dignità, ribadisce il presidente, spinga ad una riflessione sulla disabilità, sulla libertà dalle mafie, sull’indipendenza dell’informazione e richiami l’importanza della cultura e della scuola. Fondamentale è anche il dialogo tra Governo e Parlamento, dice Mattarella, così come la riforma della giustizia. Il presidente volge poi lo sguardo alla politica estera che ha la pace come faro e il multilateralismo come metodo.

Il capo dello Stato non manca di ringraziare il Pontefice: «A Papa Francesco, al cui magistero l’Italia guarda con grande rispetto, esprimo i sentimenti di riconoscenza del popolo italiano».

Infine, Mattarella lancia un augurio «alla nostra speranza», perché «la speranza siamo noi».