La morte del giornalista che raccontò in una storica diretta l’allunaggio dell’Apollo 11

Tito Stagno e la benedizione di Paolo VI: «L’ho portata sempre con me»

 Tito Stagno e la benedizione  di Paolo vi:  «L’ho portata sempre con me»  QUO-025
01 febbraio 2022

«Quella benedizione me la presi anche io. E ancora la conservo, che può sempre far comodo». Queste parole di Tito Stagno — il celebre giornalista italiano morto questa mattina all’età di 92 anni — rappresentano l’emblema di una videointervista realizzata nel 2018 da Vatican Media e Officina della Comunicazione, in vista della canonizzazione di Paolo vi . Al centro della chiacchierata, l’eccezionalità dello sbarco sulla Luna e i sentimenti che mossero Papa Montini, che seguiva in diretta mondovisione la missione di Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins a bordo dell’Apollo 11, in quella indimenticabile notte d’estate del 1969.

Un momento immortalato anche da una foto che ritrae il Pontefice bresciano con le braccia spalancate davanti allo schermo televisivo. Il gesto con cui Montini volle benedire tutti gli addetti ai lavori che a vario titolo parteciparono all’impresa. «Ebbe parole anche per i comunicatori che avevano notificato lo svolgimento e l’ora dell’impresa», ricordò Tito Stagno rievocando la definizione del Papa a proposito di quell’«audacissimo volo» che, disse, «allarga alle profondità celesti il dominio sapiente e audace dell’uomo». «Non è una cosa che accade tutti i giorni tramettere la conquista del nostro satellite naturale», confidava ancora Stagno parlando del clima di quelle ore. «Roma era deserta», diceva, e in ogni casa le famiglie erano radunate davanti al tremolante bianconero delle tv di allora per seguire un evento che avrebbe cambiato lo sguardo del mondo.

Una carriera, quella di Tito Stagno, caratterizzata dalla passione per le cose dello spazio. «Fui io — disse — a strappare dalla telescrivente la notizia che la Russia aveva mandato in orbita il suo primo satellite artificiale, lo Sputinik. E ci aggiunsi notizie che avevo letto tempo prima una rivista che parlava del futuro dell’astronautica e dei satelliti». Ma il plauso di Paolo vi , «quell’apprezzamento da parte della più alta autorità religiosa — ricordò — non fece che aumentare l’entusiasmo del personale» che diede vita a quella trasmissione nello studio 5 di via Teulada. E Stagno ricorda pure di essere stato «il telecronista affezionatissimo di Giovanni xxiii , il nonno di tutti, che andava nelle borgate e che mandava le carezze ai bambini». L’uomo che raccontò la Luna sapeva che un giorno sarebbe diventato Papa l’uomo del discorso alla Luna. «L’ho capito — chiosava nell’intervista ai media vaticani — dal suo sguardo il giorno del conclave quando passò davanti alle nostre telecamere che erano in fila lungo il corridoio che dalla Cappella Paolina porta alla Cappella Sistina».

di Eugenio Bonanata