Colloqui a Parigi mentre la Russia ha ricevuto da Stati Uniti e Nato
le risposte sulle sue richieste di garanzie di sicurezza

Prove di dialogo
e distensione sull’Ucraina

FILE PHOTO: Airmen from the 4th Fighter Wing at Seymour Johnson Air Force Base, N.C. and the 48th ...
27 gennaio 2022

Parigi , 27. Dopo settimane di tensioni crescenti, con reciproci scambi di accuse e di minacce, il confronto tra Russia e Occidente sulla crisi in Ucraina — sul cui confine orientale sono dislocati da giorni più di 100.000 soldati — prova ad avanzare sulla strada diplomatica, seppure tra enormi difficoltà.

I consiglieri dei capi di Stato e di governo di Francia, Germania, Russia e Ucraina (i Paesi del cosiddetto formato Normandia), riuniti ieri a Parigi insieme ai ministri degli Esteri, hanno espresso il loro sostegno a «un rispetto incondizionato del cessate il fuoco e a una piena adesione alle misure di rafforzamento del cessate il fuoco del 22 luglio del 2020, indipendentemente dalle differenze su altri temi relativi all’attuazione degli accordi di Minsk».

Andriy Yermak, responsabile dell’ufficio del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha assicurato che il colloquio dei rappresentanti dei quattro Paesi, i cui leader hanno dato vita agli accordi di Minsk del 2015, è «un segno molto positivo». Il principale risultato dell’incontro, secondo Yermak, è stato «il sostegno unanime al rispetto permanente del cessate il fuoco» nelle regioni teatro del conflitto tra le truppe di Kiev e i separatisti.

Per l’inviato del Cremlino, Dmitry Kozak, i colloqui nella capitale francese «non sono stati semplici», ma Mosca e Kiev hanno concordato di incontrarsi di nuovo tra due settimane a Berlino, con la mediazione franco-tedesca. «Nonostante tutte le differenze, abbiamo convenuto che il cessate il fuoco nelle regioni orientali ucraine deve essere rispettato da tutte le parti in linea con gli accordi», ha aggiunto Kozak.

In attesa della telefonata in programma venerdì tra i presidenti russo e francese, Vladimir Putin ed Emmanuel Macron, Mosca ha intanto ricevuto le risposte scritte dell’Occidente — che però non verranno rese pubbliche — alle sue proposte sulla sicurezza avanzate il mese scorso per porre fine alla grave crisi. Quelle degli Stati Uniti sono state consegnate dall’ambasciatore al ministero degli Esteri a Mosca, quelle della Nato all’ambasciatore russo a Bruxelles.

Nei documenti secretati, rilevano gli analisti, non ci sarebbe l'accettazione delle garanzie chieste dalla Russia, ovvero un ritiro delle forze dell’Alleanza atlantica dai Paesi dell’Europa orientale e che l’Ucraina non entrerà mai a far parte della Nato.

Tuttavia il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha affermato che a Mosca è stato proposto un «serio percorso diplomatico» per risolvere le dispute, che va da «misure che aumentino la fiducia relativa alle esercitazioni e alle manovre militari in Europa» al controllo degli armamenti sulla questione dei missili strategici e le armi nucleari posizionate nel continente.

Dello stesso tenore le dichiarazioni del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg: l’Alleanza «tende nuovamente la mano a Mosca», ma non tradisce i suoi principi e «si prepara anche al peggio».

A stemperare la tensione è intervenuta proprio l’Ucraina, con il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, che ha allontanato lo spettro di un’imminente invasione russa. «Il numero di truppe ammassate lungo il confine dell’Ucraina e dei territori occupati è grande», ha detto Kuleba, ma «al momento è insufficiente per un’offensiva su vasta scala lungo l’intero confine». Blinken ha poi parlato di un possibile nuovo incontro in tempi brevi con il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov. Probabilmente, sarà quella la prima occasione per valutare se le risposte del campo occidentale possano veramente aprire la strada verso un auspicabile disgelo.